argomenti su Ambiente Milazzese
Noi a Milazzo siamo natura! Noi a Milazzo siamo ambiente! Noi a Milazzo siamo mare e che mare! Alla faccia di chi ci vuole inquinati! Grazie, vogliamo vivere ed avere figli e nipoti sani, pensiamo interessi pure a voi industriali! Abbiamo speso almeno 30 anni della nostra vita dietro il sogno della Riserva di Capo Milazzo, filmando e raccogliendo notizie e fatti che affidiamo ai ragazzi per le loro ricerche scolastiche ed ai posteri perchè ne diffondano l'alto concetto.
Claudio Italiano
vedi Isola di Milazzo, Milazziano
Riserva del capo: le piante 1
Riserva del capo: le piante 2
Aspetti floro-vegetativi di Capo
Milazzo 1
Aspetti floro-vegetativi di
Capo Milazzo
Mario Crisafulli: flora
Riserva Capo Milazzo
Mario Crisafulli: flora
Riserva di Capo Milazzo
Riserva del capo: la fauna
Riserva del capo: uccelli
I ragazzi della Luigi Rizzo, capitanati dalle insegnati Natalina Torre ed Enza Perez ,hanno girato un video, con la regia di Claudio Italiano e si sono classificati al Global Educational Festival di Sanremo del 2008; il tema che essi hanno scelto si è basato sulla riserva di Capo Milazzo. Il titolo era: "Dall'Inferno al Paradiso". (cfr Un DVD per la Riserva)
Videoclip dall'Inferno al Paradiso parte I |
Videoclip dall'Inferno al Paradiso parte II |
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vedi foto sferica anche con occhiali elettronici >>> panorama a 360 °dalla Baronia su GoogleMaps
L’area oggetto della proposta di Riserva Naturale, presentata all’Assessorato regionale Territorio ed Ambiente del Comune di Milazzo, è la parte estrema del promontorio Capo Milazzo. Gran parte di quest’area, l’estremità Nord di Capo Milazzo, è costituita dai terreni della Baronia di proprietà della Fondazione Lucifero, istituita nel 1963, che persegue come fini istituzionali l’assistenza dei bambini gracili e bisognosi.
Essa comprende:
- il territorio della “Baronia” con una superficie di ettari 56,40;
- l’area di Montetrino (fino alla base dell’emergenza collinare);
- il costone roccioso che a ponente congiunge il territorio della Baronia e punta
Tono.
Essa confina :
- a Sud con Via dei Platani e fino al suo prolungamento nella Via delle Scale sino
al mare di Levante;
- ad Este con la Battigia di Riva Smeralda, Cirucco e Punta Mazza;
- a Nord con la Baia di Rinella, il Faro, Punta Gamba di Donna, Punta Messinese
e lo scoglio della Portella;
- ad Ovest con la Cala di S. Antonio e Puntalacci e da qui, seguendo tutto il costone
di ponente per una quota di 60 metri verso Pietre Rosse, Testa dell’Impiccato, Punta
Gottazze. Punta Riali, fino a Punta del Tono.
Avifauna. Gli uccelli sono i migliori indicatori della sanità di un ambiente e dalla loro presenza o assenza, in termini quantitativi e qualitativi, si può stabilire l’importanza di una determinata area. Sono stati effettuati numerosi sopralluoghi per cui è stato possibile redigere l’elenco di cui appresso riportato. Alcune specie sono state osservate solo in transito, essendo prevalentemente acquatiche, bisognose quindi di paludi o corsi d’acqua per la sosta. Ciò non toglie che la zona sia importante, integra com’è attualmente, anche per loro. Inoltre la Sicilia orientale è interessata da un flusso migratorio notevole di uccelli in volo da e per l’Africa. La migrazione è infatti sia autunnale che primaverile e milioni di uccelli lasciano la Sicilia da Capo Milazzo, diretti verso le Isole Eolie e da li poi nel resto dell’Europa. Tra la vegetazione, le rocce, i nascondigli naturali, trovano rifugio dai predatori, riposano dopo le estenuanti fatiche del viaggio, si rifocillano, nutrendosi di insetti, frutti della vegetazione mediterranea tipica della zona. I grossi predatori, come le aquile ed i falchi cacciano roditori e piccoli uccelli, a volte insetti. E’ indispensabile che trovino in questo naturale trampolino di lancio verso il mar Tirreno un luogo di sosta sicuro e ricco di cibo per loro, come anche durante il viaggio di andata verso l’Africa, dopo aver attraversato centinaia di chilometri di amare aperto. Sono infatti specie minacciate in tutta Europa e già da anni l’UE ha lanciato progetti di salvaguardia.
L’area riveste un interesse notevole per gli aspetti naturalistici, paesaggistici, geomorfologici, antropici, architettonici e urbanistici, testimonianze di diversi periodi storici, culturali ed antiche ere geologiche. Dal punto di vista vegetazionale il territorio è caratterizzato da due aspetti fondamentali: l’uno naturalistico e l’altro antropico.L’area si trova ad una altezza media di metri 75 con venti prevalenti dai quadranti ovest-nordovest come indica l’inchinazione delle chiome degli antichi ulivi. Le colture tradizionali sono costituite da uliveti e vigneti. L’uliveto copre una superficie di ettari 46 con un sesto di ml.9X9; la varietà degli ulivi è la “oglialora messinese”, cultivar autoctona tipica da olio, con anzianità d’impianto di circa 140 anni. Il rendimento in frutto è di q.li 1.00 per pianta, con una resa in olio del 28,30%. In atto l’uliveto è dotato di impianto di irrigazione automatizzato sottochioma e subisce o dovrebbe subire una potatura media triennale. L’altra cultura tradizionale è rappresentata dal vigneto, con una superficie di ettari 10. La coltura della vite in quest’area risale ad epoche antichissime, anche se ha subito nel tempo varie trasformazioni, la più importante delle quali risale ai primi del secolo scorso. A seguito dell’invasione Fillosserica, i vigneti furono ricostruiti da ibridi di viti americane, i quali trovarono nella Piana di Milazzo uno dei centri di studio più importanti d’Europa, da cui ebbe origine l’attività vivaistica, che ancora oggi ricopre rilevanza economica nel territorio. I vini che si producevano in quest’area erano abbastanza rinomati, tanto da essere citati in una nota degli anni ’30 dal prof. Federico Paulsen, direttore, all’epoca, del Vivaio Governativo di Viti Americane di Palermo. Famosi furono, infatti, i vini denominati “Capo Rosso” e “Capo Bianco” dal nome che la penisola assume anche per via del colore bianco calcareo delle rocce. In tal senso la produzione di vino del Capo può senz’altro essere valorizzata tipicizzandola nell’ambito delle vigenti normative in materia.
La vegetazione naturale consiste soprattutto di essenza tipiche del Mediterraneo se pure in maniera diversificata rispetto alla natura pedologica del territorio, alla sua morfologia, alla esposizione dei versanti ed ai venti dominanti. La vegetazione arbustiva di macchia la ritroviamo lungo le scarpate costiere diffusa su suoli degradati e su terreni molto accidentati. La vegetazione rupicola è invece localizzata negli anfratti rocciosi e caratterizzata da una frammentaria vegetazione alofita sparsa lungo il litorale. L’azione dei venti preponderanti ad ovest diversifica lo sviluppo della vegetazione dei versanti orientali da quelli occidentali del Capo. Infatti i primi presentano un grado di umidità più elevato rispetto a questi ultimi. La vegetazione arbustiva lungo il versante dilevante, in consociazione per altro a liane ed erbe ed arbusti vari (rubia peregrina, lonicera inplexa, teucrium flavium, prasym mayus, anemone hortensis e asparagus acutifolius) è caratterizzata dalla presenza del pistacia lentiscus e della ginestra di Spagna (spartium yunceum), oltre che dalla “Euphorbia dendroides” che è una pianta xerothermofila come l’Opuntia, l’Artemisia arborescens, l’Olia europea sylvestris.
Asphodelus fistolosus |
L’azione della salsedine ha favorito lo sviluppo di entità alofite tipiche dei litorali rocciosi, sia in prossimità del mare che all’interno. L’area nord orientale presenta emergenze geobotaniche caratterizzate da una ricca flora vascolare costituita da specie tipiche della macchia mediterranea di cui fanno perte anche l’Olivastro, il Lentischio e l’Artemisia. Sono da ricordare l’Opuntia ficus indica, l’Echinox spinosissimus Turra, Senecio gibosius ed il Limonium minutiflorum, l’Agave(di origine messicana come l’Opuntus) diffusa sulle scarpate della costa occidentale prospiciente la Baia di S. Antonio, l’Oxales pes-caprae (acetosella gialla) ed il Chrysantemum coronarium dal colore giallo dorato, pianta annuale che copre i terreni incolti in larghe distese, l’Orchis italica, presente sui terreni pietrosi. Fra la vegetazione rupicola ricordiamo la Scabiosa Credica considerata rara in Sicilia. Il Cappero (caparis rupestris e spinosa), pianta tipica del mediterraneo, arbusto spontaneo a foglie semplici, fiori rosato grandi, frutti a bacca grossa, cresce negli anfratti delle rocce calcaree del Capo. I boccioli florali costituiscono il “cappro” da salamoia.