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S.Lucia del Mela, sulle pendici del Mankarruna

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Perchè visitare S.Lucia del Mela?

Ma che cosa ci vengo a fare a Milazzo ?

Anche per ammirare le ricchezze di uno scrigno sconosciuto ai molti, un tesoro nascosto, la città di S. Lucia del Mela, patria dei soldi, che possiedono gente laboriosa ed umile, in sostanza i padroni di Milazzo,  fra cui l'amico mio della Lucese, Santino, che dovete necessariamente conoscere, espressione dell'imprenditoria locale!

I Lucesi  scendono dall'alto del Mankarruna per colonizzare una città squattrinata e con poche idee ma ben confusa come Milazzo (!), sempre stata terra di nessuno.

 Sono gli eredi dei Saraceni, uomini e donne bellissimi, con gli occhi neri, la pelle scura e l'intelligenza matematica impeccabile. Associati ai Normanni, popolo con occhi chiari, azzurri, carnagione bianca, che solo in Sicilia puoi trovare!

Quindi se cerchi donne brune e donne bionde e vuoi mangiare bene (per esempio la carne cotto nel canale, a forno o le pizze o i legumi, a S.Lucia devi venire! Ed anche se cerchi dolci di mandorla e torroncini, anche d'estate ! E cerchi frescura !

A S.Lucia puoi mangiare, dicevamo,  la carne al "canale", legumi superlativi, pizza come un tempo... ammirare stradine arabe, come la via "Lavacro dei Saraceni" e perderti nei meandri di un labirinto, per poi arrivare al Castello, alla "Madonna della Neve", detta dal popolo " a Madonna 'a ceddi", che verosimilmente potrebbe significare delle " Celle" o degli "Uccelli" ?

Un avamposto basileano, punto di sorveglianza per le incursioni degli stranieri, posto bellissimo che si illumina d'immenso nelle notti di Natale, quando sembra un presepio. Vieni e vedi! E che dire della statua della "Madonna del Gagini " o della "Madonna Bambina", espressione della cultura artistica siciliana?

Claudio Italiano

Chi viene a Milazzo ha il dovere morale di vistare il paesino di S.Lucia del Mela, una cittadina collinare dell'entroterra tirrenico da non   perdere; sorge incantevole e deliziosa sulle  pendici  del  colle Mankarruna, sulla cui vetta (387 mt) si inerpica la poderosa mole di un antico Castello.

Il territorio di S. Lucia del Mela offre una bellezza unica: si gode la visione della costa tirrenica e della  piana di Milazzo, ed in fondo la città  del  Capo  ed  il  suo  Promontorio;  luoghi selvaggi ed incontaminati, patria di querce millenarie, boschi autoctoni e luoghi selvaggi incorniciano il paesaggio naturale di questa ridente località.   Una fauna assai varia, costituita da merli, ghiri, corvi, falchi, istrici, gatti selvatici, ricci, martore, lepri.

In località Postoleone a 1020 mt di altezza, una vetta dei monti Peloritani che si erge verso l'entroterra, vi si può godere un accogliente rifugio per i forestali ed un suggestivo laghetto, meta di escursione e campeggiatori che, previa autorizzazione, accorrono anche dal versante ionico. S. Lucia del Mela offre interessanti percorsi montani a piedi o a cavallo sino alle sorgenti del Mela (dal greco "fiume Nero") o alla Rocca di Timogna (1180).

Le notizie storiche di S.Lucia del Mela

Le origini di S. Lucia del Mela, antica Mankarru, si perdono nella notte dei tempi. Reperti greci e due tombe Romane del II sec. a.C. attestano la presenza di insediamenti greco-romani. Sui resti di una cinta muraria ellenica, i Bizantini edificarono un fortilizio ricostruito dagli Arabi tra l'837 e l'851 ed i Musulmani innalzarono anche una moschea fortezza trasformata nel Medio Evo nella Chiesa di S. Nicola.

Nella zona esisteva il Lavacro dei Saraceni, lavatoio pubblico riservato alle donne musulmane ed una tomba araba.

Con l'avvento dei Normanni, il Conte Ruggero, per adempiere ad un voto fatto in caso di vittoria sugli Arabi fece costruire una Chiesa ai piedi del Castello dedicandola alla martire S.Lucia.

Anche oggi nelle fattezze della gente di S.Lucia e nelle donne,  si possono scorgere la bellezza degli occhi scuri arabi e la loro forza interiore oltre che la perspicacia ed in quelli azzurri e nei capelli biondi, il volto dei normanni. Anche il cibo che si assaggia conserva le ricette arabe e normanne: gli arancini al sugo, per es. hanno la panatura dei normanni ed il ripieno di riso e carne degli arabi, oppure la cottura delle carni in un canale di terracotta preso in prestito dai tetti, ricorda usi arabi di cottura delle carni, con spezie particolari e quant'altro.

Nel 1206 Federico II di Svevia scelse questo sito come luogo di svago ed il tempio ruggeriano divenne Cattedrale. Da allora ben 65 prelati si sono succeduti. Con Federico II d'Aragona la città venne fortificata.

 

Il castello di S. Lucia del Mela

Il Castello è in parte arabo (dell'837-851), svevo (1228) ed aragonese (1332); esso  è stato protagonista della storia millenaria, proprio come il Castello genello di Milazzo. Ospitò Federico II che poteva qui dedicarsi alla caccia, il suo svago. Nel castello riecheggiavano i versi della Scuola Poetica Siciliana e la tradizione vuole che nella prigione del castello abbia finito i suoi giorni Pier delle Vigne, protonotaro dell'imperatore. Nel 1600 il Castello passa da don Francesco Buccheri a Mons. Simone Impellizzeri, Prelato del tempo che nel 1673 abbatte la Torre quadrata e costruisce un Santuario dove viene collocata la statua marmorea della Madonna del Cagini, detta Madonna della Neve.

Madonna del Cagini, una perla nel deserto..

Sempre al Castello all'interno della torre cilindrica trova posto una splendida biblioteca con incunaboli e testi del 500. Ma S. Lucia del Mela è uno scrigno ricco di tesori, basterebbe citare: la Basilica Cattedrale, col portale marmoreo di Gabriele de Battista (1485) ed il gruppo marmoreo dell'Ultima Cena di Valerio Villareale (1773-1854);

Altare della Madonna della Neve.

la Chiesa della SS. Annunziata, con la tela di Antonio Biondo (1599) che raffigura l'Amnnunziata; la Chiesa del S. Cuore, col bel Crocifisso Ligneo attribuito a Frate Umile (gemello del Crocifisso Miracoloso di  >>> S. Papino di Milazzo);

la Chiesa di San Nicola con l'altare marmoreo del 1570, la Chiesa dei Cappuccini, di S. Maria con una tavola preziosa della scuola di Polidoro di Caravaggio...

E non tralasciamo di parlare della cultura di un popolo, delle sue tradizioni, delle sagre e feste paesane. Tra esse, la sagra della ricotta di Aprile-Maggio, e le feste religiose del Corpus Domini, della Madonna della Neve, la Festa di Maria Bambina...

S.S. Bambina Maria

Insomma venite a vedere e resterete a bocca aperta... e vedrete ciò che nessuno ha mai visto, una perla abbondonata nella notte dei tempi e nell'incuria di questo Sud che odio ed amo e che non si sa pubblicizzare.. e gusterete la "carne di crasto cotta 'o canale", le zuppe di fagiuoli, il pane di casa e tante altre leccornie e dolci caserecci, come il famoso torrone morbido!

Milazzo