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Milazzo ed il suo mare

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Il nostro mare e le nostre spiagge sono a prova di COVID 19: si estendono per 24 km! Alla faccia della Costiera, dove le spiagge sono rappresentate da tavoloni piazzati sul mare, visto che la spiaggia non esiste o nel Napoletano dove le spiagge sono delle calette!

Chi viene a Milazzo resta inebriato, come Ulisse quando sbarcò e si imbattè nel gigante Polifemo, ammirando chilometri di spiagge large 200 metri e tramonti mozzafiato.  Milazzo è il paese più assolato d'Italia, per questo vedi la pagina sul  Dio Sole!

Solo chi è stato a Milazzo capisce il nostro mare ed i tramonti a mare, e le onde enormi in inverno, con le sue spume candide come la neve, che abbracciano le rocce del Capo.. e quei fondali d'argento che solo qui puoi vedere ed i ciottoli come confetti che solo noi abbiamo...per cui chi si sdraia sulla spiaggia, rimane comodo e non ha bisogno di telo da bagno! Anzi i ciottoli caldi, specie in settembre inoltrato, riscaldano il bagnante infreddolito che esce dalle spume del mare.

Non per niente Ulisse sbarca a Milazzo ed incontra il gigante Polifemos.. scambiando questo paese per un'isola piatta, con le spiagge sabbiose dove le navi si incagliano; scende con i suoi compagni e si ciba dei montoni e delle pecore del Gigante Polifemo. La terra di Milazzo offriva copiosi frutti ed i vigneti crescevano rigogliosi. Ulisse dice che non aveva mai visto prima d'ora una terra dove la campagna portava frutti senza essere coltivata, perchè i Giganti, di fatto, non avevano mai lavorato la terra. Il fatto che Ulisse sbarchi a Milazzo è chiaramente riportato nel canto dell'Odissea, dove si cita il fatto che c'era una isola piatta (o piuttosto una penisola), ma Milazzo appare proprio come un'isola per chi proviene dal mare, in quanto si collega alla terraferma tramite le sabbie trasportate dal torrente Mela nei secoli e nei millenni. E' una penisola alluvionale. Un tempo vi erano acque sorgive ed acquitrini sparsi ovunque e nel libro dell'Odissea Omero parla di una terra fertile, con acque abbondanti (la Grecia è arida e pietrosa) dove le vigne crescevano senza essere coltivate e si otteneva un vino molto forte. Le navi degli eroi greci si insabbiano, appunto, nell'arenile sabbioso (cosa reale pure oggi). Ulisse sbarca e vede una grotta immensa, la grotta di Polifemo, il cui nome che in greco significa " quello che parla assai", cosa viva nella cultura siciliana, dove nemmeno le budella ti devono tradire borbottando e ti devi fare i c...zi tuoi e parlare poco o per nulla di quanto hai visto!  Invece Polifemo è tracotante e borioso e pecca di "iubris", da qui il detto siciliano milazzese "essere urbito", cioè spaccone!  Il resto lo sapete. Ulisse colpisce il Gigante Polifemo nell'unico occhio, per fuggire da quella enorme splelonca " di lauri eccelsi coperta", cosa reale.  Altro che Acitrezza ! E' pacifico che il vento di Ponente che soffia dalle Eolie, trasporta ogni legno verso le spiagge di Milazzo, compresa la pietra pomice che galleggia da Lipari fino alle spiagge di Milazzo. E' da noi che sbarca Ulisse, come descrive appieno Omero che conosceva questi posti. Probabilmente i mercanti micenei che veniva a commerciare vasellame da noi, conoscevano Milazzo. Vedi anche l'Antiquarium, il Museo dedicato agli scavi archeologici di Milazzo (vedi   Scavi a Milazzo).  Infine una chicca per voi: realmente a Milazzo, dove sorge attualmente l'hotel S. Michele, fu ritrovato lo scheletro di un essere gigante alto 3 metri, con la testa orientata verso nord. Un essere strano, alieno? Fatto sta che lo scheletro è stato consegnato al National Geografic Institute, per come sembra..

Un'altra leggenda vuole che Milazzo sia la terra dove il Dio Sole pascolava gli armenti, che erano 360 capi di bestiame, verosimilmente rappresentavano i giorni dell'anno. La Maga Circe durante l'amplesso amoroso avuto con l'eroe greco, ammonisce Ulisse di non cibarsi degli armenti del Dio Sole o Iperione, se vuole tornare in patria vivo. Ma i compagni dell'Eroe, affamati, uccidono le vacche sacre e mal'occasione gliene coglie.

Tornando al nostro mare, che d'inverno è procelloso e d'estate è incantevole, trasparente ed argenteo, per via dei ciotoli che si trovano nei fondali, che nulla invidia ai mari della Grecia o a quelli di Riccione o del Circeo, se lo ami ti abbraccia generoso e si fa dominare dai legni che lo solcano, ma se lo odii o pensi di sopraffarlo, mal te ne coglie! Nessuno d'inverno ha mai potuto fare surfing o nuotare senza lasciarci la vita!

O mia Dea Kalypsos,
chiudi gli occhi e cavalca con me il mondo dei colori di questo mare,
dove Odisseos navigò per ingannare il Ciclopico Polifemo
e poscia giungere nelle terre di cui Eolo era sovrano,
e che da lui si nomarono Eolie...


Tuffa le belle membra e godi sulla tua pelle eburnea
la spuma frizzante del nostro procelloso pelago,
che avvolge le belle membra sinuose di femmina.


Càlati nei silenzi dorati della sera estiva del Capo
nei soavi effluvi mediterranei,

 quando il canto monotono della cicala
turba l'abbraccio degli amori furtivi...
e pensami tra le tue braccia, tra l'eccitante afrore
del tuo corpo di donna, Kalypsos...

Pensami...
lontano dai fragori delle ferree canne

e dei fumi pestiferi di levante, pensami!

Una volta Iddio consegnò ad un popolo di marinari una spiaggia bellissima detta "Ngonia", cioè angolo ma essi, stolti ed insani, non capirono il dono ricevuto!

Nelle pagine dedicate al grande Federico De Robero, si descrive,  in questo sitoweb, il mare di Milazzo, attraverso il racconto dello scrittore, grazie a videoclip realizzati dal sottoscritto.

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