Don Santino Colosi mentre celebra la S. Messa sul
Sagrato, prima della Processione>
Una festa sempre vissuta con gioia, con tanta gente curiosa che passeggia in Marina Garibaldi e fruga fra le bancarelle degli extracomunitari, fra la "kalia", cioè la nocellina, i torroni, i ceci cotti con la sabbia calda e mille altre leccornie siciliane che il mondo ci invidia. Ma la festa è soprattutto la celebrazione del nostro Santo Patrono, S. Stefano, lapidato e torturato, e che parimenti perdona i suoi aguzzini, come il Cristo, perchè non sanno quello che fanno. Una statua bellissima, quest'anno più semplice e meno adorna del solito, ma con una banda Pietro Mascagni superba, fatta di giovani che suonano come un'orchestra ambulante.
La storia di S. Stefano vuole che nel 1461 furono rinvenuto delle ossa di un
braccio (quello di S. Stefano, appunto) presso l'altare della chiesa di
Santa Maria del Boschetto, verosimilmente deposte in età medievale. Nel 1481,
dei preti Caldei di fede ortodossa tradussero un'antica pergamena e tramite il
manoscritto si risalì all'appartenenza delle reliquie al protomartire, S.
Stefano.
Nel 1521, il popolo ed il clero di Milazzo ottengono il consenso di venerare le
reliquie, pongono santo Stefano quale nuovo protettore della città, mentre in
precedenza era San Papino o Pappia venerato a Milazzo come S. Patrono. vedi La Chiesa di S. Papino
Noi di TVN e di Sito Milazziano eravano là per voi e per i cari amici che ci seguono dall'America e sparsi nel mondo a riprendere i ballerini, le bancarelle e la processione.
Un momento molto toccante è l'ingresso in chiesa, quando le luce sono spente e la statua viene trascinata fino in fondo. A questo punto s'accendono le luci. Noi c'eravamo a commuoverci insieme a voi che ci seguite da lontano.... Buona visione.
Cioè, Primo Martire della Cristianità, la cui festa, per tradizione, è celebrata a Milazzo
la prima domenica di Settembre.
Dio era con Stefano e gli dava la forza di fare grandi miracoli e prodigi in mezzo al popolo. Ma alcuni individui gli si opposero: erano quelli della Comunità Ebraica detta dei Liberti, insieme con altri di Cirene e di Alessandria, e gli altri della Cilicia e dell'Asia. Costoro si misero a discutere con Stefano, ma non potevano resistergli perché egli parlava con la saggezza che gli veniva dallo Spirito Santo. Allora pagarono alcuni uomini perché dicessero: " Noi abbiamo sentito costui bestemmiare contro Mosè e contro Dio
Così misero in agitazione il popolo, i Capi del popolo e i maestri della legge. Poi gli piombarono addosso, lo catturarono e lo trascinarono in tribunale. Presentarono poi dei falsi testimoni, i quali dissero: "Quest'uomo continua a parlare contro il luogo santo, il tempio, e contro la nostra legge. Anzi lo abbiamo sentito affermare che Gesù; il Nazareno distruggerà il tempio e cambierà le tradizioniche ci sono state date da Mosè". Tutti quelli che sedevano nella sala del tribunale fissarono gli occhi su di lui e videro il suo volto splendere come quello di un angelo. Il sommo sacerdote domando a Stefano: " E' vero quello che dicono i tuoi accusatori?. Stefano allora rispose: "Fratelli e padri, ascoltatemi!
Il nostro Dio, al quale appartengono
l'onore e la gloria, si manifestò ad Abramo, nostro antico padre, quando si trovava
in Mesopotamia e non era ancora andato ad abitare nella terra di Carran.
Gli disse: "Esci dalla tua terra, lascia la tua famiglia e và nella terra che io
ti mostrerò".Testimonianza di Stefano (Atti 7,55-60)
Stefano, pieno di Spirito Santo, fissando gli occhi al cielo, vide Dio glorioso
e Gesù che stava alla sua destrra. Disse: "Ecco, io vedo i cieli aperti e il Figlio
dell'uomo che sta in piedi alla destra di Dio. Allora si turarono le orecchie
e gridarono a gran voce; poi si scagliarono tutti insieme contro Stefano, lo trascinarono
fuori città per ucciderlo a sassate. I testimoni deposero i loro mantelli presso
un giovane, un certo Saul, perché li custodisse. Mentre gli scagliavano addosso
le pietre, Stefano pregava così: "0 Signore Gesù, accogli il mio
spirito". E cadendo in ginocchio, gridò forte: "Signore, non tener conto del loro
peccato". Poi morì.
Momenti della processione in Via Umnbero I
La bellezza della Chiesa di S. Giacomo in Milazzo,
dove si apprezza l'antica Cripta, vista
in questa foto dal portone principale.