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Alla scoperta del sentiero dell'Inferno e del Paradiso

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Voglia di passeggiate all'aria aperta? Niente di meglio che salire al Promontorio di Capo Milazzo, superando il Santuario di San Francesco di Paola, continuando a salire verso il Castello, girando a destra e proseguendo fino a raggiungere la Chiesa della Madonna Addolorata.

Qui potete fruire della Mappa di Google, con le frecce rosse che vi indicano dove andare...

Nausicaa e Ulisse presentano la Riserva Terrestre di Capo Milazzo

Alla bella Nausicaa
Alla belle scogliere del Capo
Alla scoperta de "U 'nfennu e u paradisu".

Correva l'anno del Signore del 2010, in una giornata di sole e di vento del nostro aprile generoso, con una melanconica tristezza nel cuore che ci fa riscoprire bambini, per scorazzare tra i campi decidiamo di sfuggire allo stress della città: questi gli input che ci spingono sulla strada della  "Manica", a Capo Milazzo, alla scoperta della bella  Nausicaa che la leggenda dell'epopea greca vuole si aggiri in questi luoghi alla ricerca del suo Odisseos. Infatti l'eroe greco Ulisse, spinto dai venti di Eolo, che soffiano sovrani tra le isole Eolie, finisce per approdare a Milazzo, dove si imbatte nella bella Nausicaa, che gioca a palla con le altre fanciulle.

E noi, con spirito d'avventura, forti nelle belle membra del vigore dei nostri primi 40 anni, decidiamo di immergerci con cuore in questi luoghi, per lanciare ai posteri un segnale elettronico che li guidi nelle giuste scelte del rispetto del Logos immenso che anima questi luoghi unici al mondo, belli nel cuore di questo diamante che è la Sicilia, di cui Milazzo rappresenta l'ottava meravigliosa isola Eolia che si è abbracciata con la terra ferma. E qui siamo nei pressi della Chiesa dell'Addolorata, che raggiungiamo subito dopo la salita al Capo di Milazzo, superato il superbo Castello e tirando avanti, ancora per qualche chilometro.

Claudio Italiano,
sul sentiero de L' Infermo e Paradiso

Eccoci così, dopo la Chiesa della S.S. Addolorata, che si erge su un terrapieno, superata la Villa Elvira appartente alla famiglia Bonaccorsi, svoltiamo a sinistra, all'altezza del bivio che ci si presenta di fronte ed imbocchiamo la stradina della Manica,  stradina che ci porta al sentiero de "U 'nfennu e u paradisu"; si trova sul versante di ponente del promontorio del Capo, in contrada "Manica", sopra la 'Ngonia del Tono, per capirci. Nella mappa e' indicata dalle freccie rosse, come dicevamo.

E' una vecchia "mulattiera", un tempo usata dai contadini della zona per raggiungere i fondi coltivati e trasportare merci, specie durante la guerra per nascondersi agli occhi indiscreti del nemico. E' un percorso per chi ama il trekking e, soprattutto, per gli innamorati che vogliono godere degli elementi ilozoistici che la Natura ha sapientemente messo a disposizione del milazzese, confondendosi tra la fitta vegetazione.

Da circa 50 anni è stato, pero', abbandonato, ma grazie al lavoro sapiente del ciclopico Pippo Ruggeri e dei campi di volontariato internazionale, organizzati da Legambiente, nell'Estate 2001 il sentiero è stato ripulito e messo in sicurezza. E' diventato cosi' un fantastico percorso turistico-naturalistico, in uno dei posti piu' belli ed incontaminati di Capo Milazzo. Esso si sviluppa per oltre 4 Km; da contrada "Manica" fino a Monte Trino, e termina su una caratteristica spiaggetta.

Dal sentiero Infermo e Paradiso: veduta di Punta
Messinese, Riserva del Capo

Come descrivere la bellezza di questi luoghi?

Con i colori di queste foto che abbiamo scattato, il giallo delle euphorbie a primavera e delle ginestre, il rosa del garofano rupicolo, la scabiola cretica, le pale spinose delle opunthie tune dai frutti rossi acri, la rigogliosa macchia dei lentischi, eriche, ulivi dalle chiome scolpite dal vento e caprifogli, lo sfondo dell'azzurro adriatico del mare, le sue spume bianche, i cieli tersi dell'orizzonte ed i peloritani e l'Etna a sud, e più a nord l'isola di Vulcano, insomma il paradiso terrestre!
 Mentre ci emozioniamo ai profumi ed ai colori smaglianti di questa nostra generosa primavera, un falco pellegrino ci sfreccia a pochi metri e subito si perde nel cielo ad ali spiegate, sfruttando le correnti ascensionali che risalgono dalle irte scogliere. Il nome de "u 'nfennu e u paradisu", cioè l'inferno ed il paradiso fa riferimento alle caratteristiche del posto, con le scogliere nere, dove le spume si infrangono in vortici rumorosi che si odono anche tra il fischio assordante del vento (vedi filmato all'indirizzo web milazzo video  ed i colori paradisiaci fin qui descritti. Finalmente dopo aver scarpinato per quasi 3 chilometri, giungiamo in un posticino ameno tra gli antichi ulivi dove riposiamo le stanche membra su rocce levigate, mentre lo sguardo si perde a nord sull'estrema punta di Capo Milazzo e la Baia di S. Antonino, mentre più su si erge maestoso la montagnola di Monte Trino con lo spettacolo nauseabondo dei suoi ripetitori!
Perciò, rinfrancato lo spirito ripercorriamo a ritroso il viottolo e scorgiamo, stavolta, un sentiero detto delle "gottazze" che porta giù alla scogliera omonima. L'occhio spaurito del viandante, frastornato dalla vertigine dello strapiombo sulle rocce giù in fondo, non può fare a meno di riposare a fianco sulla visione delle "armacie", cioè dei muretti a secco che la mano sapiente dell'antico "capiciano" aveva posto a baluardo delle frane. Ora non mi resta che salutarvi e dedicare questi scritti alla bella Nausicaa che di tanto in tanto dicono si è scorta furtiva tra questi luoghi sperduti e solinghi.

Veduta della 'Ngonia del Tono dalla Manica

indice di ambiente

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