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50° anniversario della scomparsa dell'ammiraglio Luigi Rizzo

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27/06/1951 - 27/06/2001, 50 anni dalla scomparsa

Con immenso orgoglio, noi di sito Milazziano,  cerchiamo di celebrare la figura di Luigi Rizzo e riportiamo le gesta dell'Eroe Affondatore di Milazzo, una terra che ha generato Santi, Eroi e Navigatori. Io ho avuto il beneficio di essere milazzese, e quando ho svolto il servizio militare a Livorno, il fatto di essere di Milazzo è stato per me un onore ed un onere, perchè non potevo sfigurare davanti ad un così alto esponente della Milazzesità, il grande Eroe Luigi Rizzo, detto l'Affondatore. Ma per rigore di giustizia, dobbiamo dire che gli Eroi a Milazzo sono 2: >> Giorgio Rizzo e Luigi Rizzo, figlio e padre.

Giorgio Rizzo, amato e stimato dagli uomini del MAS 531

Il giovane Rizzo, però,  dovette affrontare un destino atroce che non era degno di lui, il quale, fin da piccolo,  si riteneva fortunato per essere il figlio dell'Eroe e di ricevere ogni sera il bacio di buonanotte del padre.  Giorgio Rizzo voleva emulare il padre Luigi a tutti i costi ed insisteva per essere imbarcato sui MAS, cioè sui motosiluranti, dei motoscafi veloci con siluri Whitehead, arma micidiale per le corazzate del tempo. Il padre, vista l'insistenza del figlio, si mortificava di dover appoggiare questa volontà del giovane cadetto e gli scriveva missive, da casa a Livorno, all'Accademia Navale, per invitarlo a "non forzare il destino" e ad aspettare. Infatti il grande Eroe Luigi Rizzo era preoccupato: i tempi erano tristi per la Patria, non erano quelli della prima guerra. Un presagio diceva al suo cuore di genitore che un destino crudele si stava preparando per strappare precocemente il filo della vita di Giorgio, il cui MAS sarebbe stato bombardato vigliaccamente dal nemico, e precisamente da un aereo tedesco sul molo di Portoferraio, all'isola d'Elba. La bomba tirata dall'aereo nemico colpiva il porto e saltava con essa anche il giovane Giorgio che, inizialmente, veniva dato per disperso. In vero, una settimana dopo il corpo del ragazzo era ripescato in mare, ormai sfigurato. Durante l'esplosione, infatti,  la schiena del povero Giorgio si era spezzata in due tronconi.  Un giovane di quasi 2 metri si era ridotto ad una salma di appena 1.70, rigonfia e deturpata nel volto, per il violento scoppio. Il padre, però, precipitandosi da Milazzo per il riconoscimento del cadavere sfigurato, riusciva parimenti a riconoscerlo per via della biancheria intima che riportava, come è d'uopo all'Accademia Navale di Livorno, il numero di matricola. 

 

Questo era stato il triste destino del giovane marinaio. Ma la storia sua continua nel racconto di un suo uomo,

vedi  Giorgio Rizzo

Il padre ricompose il corpo del ragazzo, le cui spoglie riposano oggi al Cimitero Monumentale di Milazzo. Una prece per tutti coloro che passano per questi luoghi, dove i cipressi al vento di ponente raccontano il triste epilogo della storia di un Eroe dal cuore grande come il Padre...

STV (MD) dott. Claudio Italiano

A  Luigi Rizzo vanno gli onori di altre imprese, che gli valsero medaglie conferite al valore Militare:
Medaglia d'argento: Alto Adriatico 1916;
-Medaglia d'argento : Alto Adriatico, 23 Maggio 1917;
-Medaglia d'argento: Nord Adriatico, ott-nov 1917;
-Medaglia d'oro : Affondamento della Corazzata "Wien", Trieste 9-10 Dicembre 1917->Per la grande serenità ed abilità professionale e per il mirabile eroismo dimostrato nella brillante, ardita ed efficace operazione da lui guidata di attacco e di distruzione di una nave nemica entro la munita rada di Trieste.
La Beffa di Buccari (Ciano -Rizzo D'Annunzio ) -Medaglia d'Argento 10/11 Febbraio 1918-> Comandante di unità sottile, dava prova di sereno coraggio nell'andare all'attacco del naviglio nemico nella lontana baia di Buccari, 10-11 febbraio 1918.

L' impresa di Premuda gli  valse il riconoscimento di una Medaglia d'oro, con la seguente motivazione: "Comandante di una sezione di piccole siluranti in perlustrazione nelle acque di Dalmazia, avvistava una poderosa forza navale nemica composta di due corazzate e numerosi cacciatorpediniere, e senza esitare, noncurante del grande rischio, dirigeva immediatamente con la sezione all'attacco. Attraversava con incredibile audacia e somma perizia militare e marinaresca la linea fortissima delle scorte e lanciava due siluri contro una delle corazzate nemiche, colpendola ripetutamente in modo da affondarla.

Liberavasi con grande abilità dal cerchio di cacciatorpediniere che da ogni lato gli sbarrava il cammino, ed inseguendo e cannoneggiato da uno di esse, con il lancio di una bomba di profondità la faceva desistere dall'inseguimento, danneggiandola gravemente". Costa Dalmata, notte sul 10 giugno 1918.
Il nostro cittadino Milazzese, Luigi Rizzo, l'ultimo mito popolare del Risorgimento: l'angelo vendicatore di Lissa. Il 10 Giugno 1918, al largo dell'Isola di Premuda, Luigi Rizzo di Milazzo, con i MAS 15 e 21, comandato da Giuseppe Aonzo, attacca una formazione navale Austriaca ed affonda la Corazzata Santo Stefano..
Quelli che seguono sono i 2 brani con cui l'Eroe racconta la sua impresa...

Potevano essere le tre: era ancora notte, ma non più completamente buio. Avevamo il rampino a mare ed incrociavamo sperando di incocciare qualcosa, ma inutilmente.. A lento moto, il tempo non passava mai, sicchè per far venire presto l'alba, mi mettevo di tanto in tanto al timone.

Tutto il canale di Luttostrak era stato rampinato: nulla. Non ci rimaneva ormai altro da fare che salpare il rampino e ripiegare sul punto A dove avevamo lasciato le due torpediniere.

Così decido: consegno il timone a Gori e gli indico la rotta per il punto A. Prendo un salvagente avvoltolato come cuscino e mi sdraio sul ponte, con la faccia alle stelle. La notte è rugiadosa e mi sento intorpidito: col lieve rullio, le stelle corrono da un capo all'altro del bordo: ed io le inseguo metodicamente, mezzo assopito...

Quand'ecco, a dritta, al nord, lontano sull'orizzonte, delle nuvole di fumo!  Dalla parte di Pola?

Ma allora non possono essere nostre unità: ad ogni modo è da escludere che siano le nostre torpediniere, perché quelle debbono trovarsi a ponente, verso la nostra prora.

E poi sono troppo guardinghe e fumo non ne fanno.

Dunque i fumi sono nemici. Subito mi viene il dubbio che dalla stazione di vedetta di Gruica abbiano potuto scorgere i Mas: avranno dato l'allarme a Lussin, ed ecco che hanno inviato dei cacciatorpediniere per darmi la caccia. Chiamo Gori e gli mostro il fumo che si fa sempre più manifesto, che si avvicina. Noi stiamo navigando verso il largo e probabilmente chi viene alla nostra ricerca ancora non ci ha scorti..

Ma io sono impaziente di appurare di che si tratta. Perciò accosto a dritta e dirigo verso il fumo.

Noi siamo pronti a tutto: del resto anche se tentassimo di sottrarci a tutta forza, non potendo sviluppare più di venti miglia, una volta avvistati saremmo inseguiti, cannoneggiati, affondati...

 Meglio approfittare della luce ancora incerta e se possibile farsi sotto ed attaccare...

A piccolo moto, seguito dal Mas 21, dirigo incontro al fumo, prendendo la rotta di collisione...

Aguzzo lo sguardo ed intravedo le soprastrutture di grosse navi, forse un convoglio? Ma quelle sono corazzate e tutt'intorno delle siluranti! Attento Gori! Avvertire Mas 21 che abbiamo di prua una divisione navale, certamente nemica...

Il cuore mi da un tuffo: c'è da fare buona caccia stamane...
"Avvicinando il nemico mi accorsi dell'esattezza dell'ipotesi trattandosi di due grosse navi scortate da 8 o 10 cacciatorpediniere che le proteggevano di prora, di poppa e sui fianchi. Decisi di eseguire il lancio alla minima distanza possibile e perciò diressi in modo da portarmi all'attacco passando fra i due caccia che fiancheggiavano la prima nave a una distanza di non oltre 300 metri. I due siluri colpivano la nave scoppiavano quello di dritta fra il primo e il secondo ciminiere, e quello di sinistra fra il ciminiere poppiere e la poppa, sollevando due grandi nuvole di acqua e fumo nerastro. " I siluri essendo preparati pe rl'attacco contro siluranti erano regolati a metri 1,5.

La nave non eseguì alcuna manovra per evitare i siluri"...

cfr anche Giorgio Rizzo

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a cura del STV (MD) Claudio Italiano