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Oltre gli allagamenti CONTAMINAZIONE DELL’ARIA da idrocarburi a Milazzo e dintorni: MAI PIU'
Gli effetti dell’alluvione sulla Piana di Milazzo sono stati devastanti ed ancora
si spala fango. Famiglie hanno perso l’automobile, e si trovano con gravi danni
alle case e ai terreni coltivati; alcuni hanno perso le attività legate alla terra.
Tutto questo non deve essere assolutamente minimizzato, perché non si possono lasciare
intere famiglie in ginocchio.
Facciamo nostre alcune dichiarazioni del nostro Presidente Mimmo Fontana, il quale,
in merito ai danni registrati nel messinese ricorda che, verso le foci delle nostre
fiumare, “si trovano interi quartieri e molti corsi sono addirittura coperti da
strade e linee ferrate. Per ridurre il rischio in una situazione così disastrosa
non resta che delocalizzare, spostare le case e le infrastrutture che sono state
costruite dove la natura aveva previsto che si allargassero i corsi d’acqua in caso
di piena. I cambiamenti climatici hanno trasformato il dissesto idrogeologico in
uno dei principali fattori di crisi del nostro Paese. (…) la questione del dissesto
non può essere considerata prevalentemente competenza della protezione civile.”
In particolare per la Piana, che periodicamente viene attraversata da esondazioni
generalizzate, auspichiamo che al più presto venga realizzato un piano di interventi
per l’eliminazione delle situazioni più critiche che sono causa degli allagamenti.
Per quanto riguarda la questione denunciata ieri, relativamente ai forti odori di
idrocarburi che hanno contaminato l’aria proprio durante l’alluvione, da accertamenti
ed incontri oggi eseguiti, abbiamo potuto constatare che nella parte finale di Marina
Garibaldi una mareggiata sospinta dal forte vento di scirocco ha riversato rifiuti
misti a un liquido oleoso. Sono in corso ulteriori accertamenti da parte della Capitaneria
di Porto, mentre sono stati attivati i servizi di pulizia del mare affidati a “Mare
Pulito”.
Auspichiamo che vengano eseguite le necessarie analisi, finalizzate ad individuare
l’inquinatore e a verificare eventuali danni e comportamenti dolosi. Sarebbe anche
il caso di promuovere una ricognizione da parte dell’Istituto Talassografico del
CNR sulle condizioni attuali dell’ambiente marino costiero, in relazione ai fatti
sopra descritti e più in generale alla presenza di industrie contaminanti.
Milazzo 24 novembre 2011