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Le grandi famiglie di Milazzo, gli armatori,  i Greco

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I cognomi strani di Milazzo

E' a tutti noto che a Milazzo esiste il cognome "Italiano", che il sottoscritto porta insieme a 3000 cugini milazzesi, cognome che stava ad indicare che il padre era "sconosciuto", ma comunque sia pur sempre di nazionalita' "italiana".

Questo accadeva, per esempio, quando un figlio, trovatello, veniva posto nei pressi di un convento di suore, per farlo adottare, perche' la madre, spesso rimasta sola, non ne aveva i mezzi e c'era un biglietto nella cesta con l'infante dove veniva dato  qualche indizio.

A Patti, per esempio, era usanza mettere il nome dei venti a chi nasceva senza che fosse noto il padre: Scirocco, Ponente, Libeccio e cosi' via. Oppure esistono altri cognomi strani come: Diolosà o Venuto o Paratore, che significa il figlio di chi "é venuto" o di "chi parò", che significa in spagnolo una cosa brutta! Da cui "hijo de chi te la parò"!  Che vuol dire " figlio di una nobil donna" o quasi!

Talora la madre era stata abbandonata dal marito, altre volte il padre era morto in guerra e la donna non si era potuta sposare ecc.; altre volte il figlio era stato concepito con un bell'uomo, un marinaro che poi era partito per un altro porto: si sà, il gene gira e genera individui più intelligenti e forti tanto che  la donna è sempre in ricerca del gene migliore; oppure  "Inglese", oppure "Puglisi", oppure " Greco", a significare l'origine della persona.

Nel mio caso perchè sono "figlio di Garibaldini" (!), nel secondo caso, perchè un bimbo trovatello poteva essere figlio di un inglese, che furono di stanza a Milazzo nel 1800 e che facevano "danni", si sa!

Per i "Greco", invece, il ragionamento è differente, perchè si trattava di nobili famiglie di Milazzo, molto ricche e di buon casato, che hanno fatto, all'epoca, la storia di Milazzo.

Chi erano i Greco?

Tra i milazzesi che al mare affidarono le proprie fortune, fin dall'800 i Greco si affermarono sicuramente come una delle famiglie di più antica e prestigiosa tradizione marinara e armatoriale.

Le loro navi, che spesso erano autentiche carrette del mare, partivano da Milazzo cariche di vino, olio, salato, vinacce, ecc., e si spingevano, con audacia pari allo spirito di intraprendenza commerciale, non solo fino ai porti italiani più lontani, ma anche in Francia (Marsiglia), in Inghilterra, in Russia, ecc., e attraversavano perfino l'oceano per raggiungere le Americhe.

Le comandavano uomini di grande capacità, come il Cap. Salvatore Greco, ricordato da Francesco Carlo Bonaccorsi nelle sue Memorie (da Salvatore Greco, peraltro, l'ultimo discendente marinaio è l'ammiraglio Oberdan Greco, morto pochi anni fa); il Cap. Giuseppe Greco, chiamato Papà Zio perché provvide paternamente al mantenimento e all'educazione di sette nipoti come ricorda una lapide della cappella dei marittimi - orfani del fratello Stefano, perito, e sopolto in mare, al largo di Cefalù, dove aveva fatto naufragio la sua nave, che recava in quella città due colonne di marmo per il restauro del Duomo, retto in quel periodo da Mons. Proto, Vescovo della omonima famiglia nobiliare milazzese. Ma è soprattutto tra la fine dell '800 e gli inizi del '900 che l'attività marinara e armatoriale della Famiglia Greco raggiunse il suo culmine con i Fratelli Francesco, Comandante di gran cabotaggio, e Giuseppe, che operarono anche in società con i Marnilo di Milazzo, i Pulejo dei Molini Guzzi di Messina, ecc., ed ebbero rapporti d'affari con i mitici Florio, che avevano interessi anche a Milazzo.

 Si deve allo spirito di intraprendenza e all' intelligenza di Francesco Greco, in particolare, l'avere allargato l'attività di commercio tradizionale al trasporto del carbon fossile - l'oro nero di allora dall'Inghilterra, tra le navi che i Greco comandarono, e di alcune delle quali furono anche armatori, sono da ricordare: l "Argo" (o "Argonauta?"), "Il Perseverante", L ' "Unione", il "Siciliano I°", il "Siciliano 2°", quest'ultimo a vapore. Imparentati con altre famiglie marinare, come i Galletti, Vicari, Rizzo, Piraino, Minasi, i Greco rivaleggiarono commercialmente con l'armatore Stefano Trifiletti, il fondatore del Teatro Trifiletti e dell'Albergo Moderno.

Soprattutto Francesco Greco viene ancora ricordato, oltre che per l'attaccamento al lavoro e l'intelligenza geniale e precorritrice del tempo, per la generosità - la sua lapide ne esalta la "magnanimità del cuore" - che dimostrò verso le persone più bisognose. Tra l'altro imbarcò gratis nelle sue navi emigranti milazzesi che si recavano nelle Americhe.

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