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Storie vere, fantasmi ed ectoplasmi milazzesi e malombre

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I quattro classici fantasmi milazzesi

Sperando che non ci siamo i soliti scopiazzoni che si divertono a copiare tutto quello che scrivo, poichè solo Sito Milazziano è un website serio, che fa tendenza, e che si basa su fonti reali, cercherò di ricordare e spiegare cosa sono questi fantasmi milazzesi. Ne parleremo con dovizie di particolari per rispondere a tutti gli scopiazzoni e vediamo se ci copiano ancora!

Qua non parliamo delle "leggende metropolitane" di quel tizio che incontra una bella donna, le da' un passaggio e poi quando la cerca, dopo averla accompagnata a casa, scopre che la ragazza è defunta e la trova immortalata in una foto ritratto incorniciata sopra il mobile all'ingresso!

Tralasciamo il fantasma di Eleonora Baeli che qualche scopiazzone mi ha plagiato, mentre il sottoscritto ha avuto il coraggio perfino di filmare all'imbrunire da solo nella zona dal "Sauto du' Cavaddu", quasi di sera, delle scene che vi invito a godere, dove si può vedere cosa accade, quando alcuni medium sono in grado di percepire l'ectoplasma della cavallerizza singhiozzante, alla ricerca del suo amante, il forte e generoso Giacomo, il figlio del campiere dei Baeli, sig. Foti, nelle sere di plenilunio, nei pressi del vecchio fanale, alla Baronia..

Segue il video di Eleonora Baeli; sono riprese a Capo Milazzo, Baronia.

A mezzo film potete vedere il fantasma di Eleonora mentre galoppa col cavallo che nitrisce nervosamente, prima del salto nel vuoto.

 Buona visione, si fa per dire! Si sconsiglia, invece,  la visione ad un pubblico cardiopatico, specie se soffrite di cuore ed avete avuto un infarto.

Altri poi si sono appropriati della storia della monaca murata viva nel Castello di Milazzo,   in una cella del Bastione delle Isole, dal padre che ostacolava a tutti i costi il suo amore per il soldato inglese, che sembrerebbe essere quello ritrovato nella gabbia a forma umana, morto di emorragia per avere avuto amputata una mano ed una gamba, a mo' di esempio per gli altri soldati, per evitare rapporti sessuali con donne locali.

In realtà a Milazzo vissero e stanziarono gli Inglesi, che ritroviamo perfino nei cognomi dei Milazzesi; mentre io mi chiamo "Italiano", in quanto figlio di garibaldini, altri si nomano " Inglese", altri "Greco", altri "Puglisi" e cosi via, mentre Barcellona PG è piena di "Genovese". Si sa, la Sicilia è terra di conquista!

Allora, la macabra gabbia del soldato inglese, al Castello, suscitò vivo interesse da parte di esperti italiani e stranieri tra i quali lo svedese prof. Erik Marjensond, il Dr Gustavo Eler Voinicher che pubblicò in un suo libro: " The cage of the Castle of Milazzo", London 1961. La gabbia, fabbricata con listelle di ferro, si presentava rozzamente modellata su busto umano, con due distinte appendici corrispondenti agli arti inferiori e con una specie di maschera strozzata all'altezza del collo; in alto aveva un anello. Essa, alta m. 1,60 era affondata nel terreno per circa 30 cm. Il macabro reperto racchiudeva uno scheletro umano privato delle parti inferiori delle gambe, della mano destra e dell'intero avambraccio sinistro. Tutte le ricerche si fecero, principalmente, per risolvere la ragione della stessa e l'appartenenza dello scheletro. Le ricerche si iniziarono in base ad un unico elemento che permise di risalire a tutta la storia, L'indizio fu dato, infatti, da cinque bottoni di metallo rinvenuti con lo scheletro, che recavano la scritta "Enniskilling 27" e sul retro di uno di leggevano le impresse parole "Covent Garden". Dopo ulteriori ricerche si potè appurare che i bottoni appartenevano all'antica divisa del Britannico 27° Reggimento Reale Enniskilling, che fu di stanza a Milazzo con a capo Sir John Stuart, tra il 1806 ed il 1808

Poi c'è il fantasma dell'impiccato di Villa Vaccarino che va in giro con la testa mozzata in braccio.

 Qui infatti venne fra l'altro impiccato e decapitato, nel 1817, un pirata napoletano, tale Aniello Cuomo.

Il 'giardino' passò, poi, di proprietà della famiglia Zirillli e su parte di esso sorge la bella costruzione liberty della villa Vaccarino (recente proprietà comunale) nel cui parco un'antica credenza popolare vuole che errino 'ombre' e 'voci' dei giustiziati, e dove sino agli inizi del secolo era consuetudine delle popolane fare le 'scute' notturne; un 'ascolto' di rito quasi pagano riferito al futuro di eventi e di persone. Comunque sia, in fondo all'articolo, si parla pure del vecchio con cappello e cappotto che gira per questi luoghi.

Infine esiste il fantasma di un omino basso, il fuddittu ca' coppula russa, che vedono nella Villa dei misteri a Capo Milazzo, di cui ne ha parlato anche la TV nel programma Misteri, sulla rete Italia Uno.

 Milazzo sede di battaglie cruente

Ricordiamo, innanzitutto, che Milazzo nel tempo fu luogo di cruente battaglie, dal tempo dei Greci, dei Romani, di Caio Duilio e poi fino ai nostri giorni, passando per il combattimento del 20 Luglio 1860 e l'ultima guerra.

Non tutti i morti  erano spirati in maniera tranquilla, ma molti di loro in maniera violenta e spesso non in santità, alimentando cos' la schiera delle "malombre", che alcuni medium erano in grado di evocare, perchè si trattava di anime "dannate", morti violentemente e che non trovavano riposo nella luce di Dio.

Basti citare, come scrive Federico De Roberto, nel romanzo ambientato a Milazzo (ricordiamo che il grande De Roberto aveva scritto i Vicere' e che era di Milazzo, figlio del comandante della guarnigione del Castello) "L'Illusione" che a S. Papino nel piazzale di fronte la Chiesa, vi era una fossa comune con una grande croce,  dove avevano seppellito in fretta e furia i soldati morti nel combattimento del 1860 e li avevano cosparsi di calce.

Ebbene, durante le notti estive si udivano strani lamenti e borbottii provenienti dal sottoterra, mentre si potevano apprezzare strane fiammelle azzure, probabilmente i "fuochi fatui", perchè i corpi in disfacimento generavano gas di fosforo che si incendiavano a contatto con l'aria.

Nessuno dei sanpapinoti aveva il coraggio di andare in giro per le campagne di fronte al convento,  soprattutto di notte, appunto per la paura di imbattersi in queste strane luci azzurre vaganti. E questo è un fatto reale, e realmente descritto da uno scrittore.

Qui puoi vedere il video che tratta di San Papino e fa vedere i fuochi fatui di S. Papino, descritti dallo scrittore.

 

Fantasmi presso e dentro il Cimitero Monumentale

Il signore con doppio petto blu.

Altro ectoplasma famoso che appare nelle vecchie tombe monumentali è un signore molto alto,  in doppio petto blu, molto distinto ed elegante che alle dodici in punto, si presenta regolarmente fra le vecchie edicole e che poi nessuno riesce più a vedere, perche' scompare come se si portasse dentro le cappelle stesse per rimanere nascosto in qualche angolo.

Qualcuno crede che si tratta di un vecchio eroe della seconda guerra mondiale, un nobil uomo morto violentemente, che non riesce ancora a trovare la via della luce.

Molti milazzesi ne danno per certo l'esistenza, anche i guardiani del cimitero me ne hanno parlato,  ma poi, di fatto, negano e smentiscono  per timore di essere scambiati per visionari.

 

Le malombre

A Milazzo esistono dei fantasmi per davvero e molte persone sono in grado di percepire le presenze degli ectoplasmi o di evocarli. Chi vi scrive ha lavorato per anni con un infermiere che era incredulo e che si divertivano con alcuni amici a realizzare il classico "tavolino a 3 gambe", che si sollevava in equilibrio quando giungeva lo spirito.

Ebbene, in una sera d'autunno, questo mio infermiere con alcuni amici, nei pressi del cimitero di Milazzo, si erano messi a smanettare sul tavolino e a pronunciare strane invocazioni che avevano appreso dagli antichi milazzesi.

Dopo qualche istante essi videro le cosiddette " malombre", vale a dire degli ectoplasmi scuri, come fumo nero, delle dimensioni di un sacco nero grande, alti pressappoco quanto mezza persona, circa 1 metro,   che procedevano dalle tombe più antiche portandosi verso in fuori, verso i cancelli del Camposanto, mentre le luci dei fari delle macchine non riuscivano a penetrare le ombre stesse,  e questi ectoplasmi procedevano verso di loro minacciosamente!

Tutti furono colti da grave timore e scapparono, gettando per aria il tavolino a 3 gambe, e dandosela invece a gambe levate, col cuore in gola, e finirono di fare "sedute" spiritiche stupide!

Nessuno di loro ebbe più il coraggio di riprovare l'esperienza.

 

Le donne in nero

Sempre al camposanto si deve un'altra diceria popolana, che di fatto è una storia vera, che molte donne del tempo antico ancora ricordavano per averla appresa. a Vaccarella, rione milazzese di pescatori, dalle loro nonne e madri.

Ebbene, la diceria vuole che a ognissanti, alcune donne avessero scorto una processione di pie donne ammantate che procedevano muovendosi per la salita dei cappuccini e, come attratte, pensando ad un corteo di preghiera, si erano associate ad esse.

Tutto era proceduto nella norma se non fosse per il fatto che queste donne, intendiamo quelle vive e vegete, si erano risvegliate fra le tombe del cimitero monumentale. Qualcuno aveva detto che erano ubriache, altri che erano folli, fatto sta che questo raccolto era veritiero, perchè lo conoscevano quasi tutte le nonne di Vaccarella che raccomandavano alle figlie di prestare attenzione a questi strani cortei di donne ammantate di nero.

La vecchietta simpatica del camposanto.

Altri raccontano pure quest'altra evenienza, occorsa al camposanto munumentale.

Una sera d'inverno, quasi alle 17, quando per il buio il cimitero chiude prima e squilla una sirena per segnare la chiusura dei cancelli,  e chi c'è dentro o esce o rimane chieuso per tutta la notte, una vecchina si era attardata fino alla fine del turno serale a sistemare i fiori fra le tombe antiche murate. Ebbene, ad un certo punto, un'altra signora anziana, di una bellezza sfiorita, molto pallida ed emaciata, con un sorriso smorzato fra le labbra la aveva apostrofata dicendo:

- Ma non si spaventa a quest'ora al Camposanto?

E quella aveva ribattuto, senza distogliersi dal posizionare in bella mostra i fiori nel vaso:

- Io mi spavento dei vivi, non dei morti!

Poi di colpo si era girata per scambiare qualche altra chiacchiera scherzosa, ma non aveva più visto la vecchia signora. Così, spaventata, si era portata subito verso l'uscita alla soglia che divide i due mondi mentre la pietà li congiunge, chiedendo al guardiano se avesse visto l'altra donna uscire, ma questi aveva negato la cosa: nessun'altra signora era stata avvistata e la vecchina, pur essendo una donna attendibile e seria, era stata presa per pazza e visionaria !

 

Le case con gli spiriti a Milazzo

Se ne citano almeno 3: una a Piazza Roma, oggi restaurata dove vive un noto personaggio che giura di non spaventarsi se sente sbattere la porta, una salendo al Capo di Milazzo, subito dopo il Castello, dove volano forchette e coltelli e rischiate di rimane feriti ed un'altra casa sita in centro che è stata oggi demolita per costruire un palazzo, dove le finestre di legno erano state barrate per la presenza di ectoplasmi, con porte che si aprivano e chiudeva, oggetti che cadeva in terra e quant'altro.

 

La zona di Bozzello ed il fantasma romano sul cocchio

Quando ero bambino, nel 1964, esisteva a Bozzello una stradina tra le campagne in possesso all'epoca del Principe Bonaccorsi, nei pressi del Villaggio Grazia di Milazzo, per intenderci, ma all'interno, nei terreni che un tempo erano un paradiso terrestre, prima della distruzione operata dalle industrie e dalla follia umana.   Qui esisteva,  come dicevamo, un viottolo di campagna ed un muretto antico.

Ebbene gli anziani campieri e contadini del luogo la sera e la notte rimanevano nelle loro case perchè temevano di imbattersi in uno strano spirito di un guerriero con armatura romana che a bordo di un cocchio guidava dei cavalli ed errava per questi viottoli di campagna; qualcuno diceva si trattasse di un povero soldato romano dannato che non trovava più  la strada della luce.

E questo è un fatto reale, raccontato da molti nonni che lo avevano appreso a sua volta dai loro bisnonni e via dicendo.

 

Il fantasma in cappotto e cappello

Maria, della quale tacciamo il nome, ci racconta che regolarmente, quasi ogni notte, si vedeva nei pressi dell'Istituto Regina Margerita e Palazzo dei Vicere', sulla scalinata che collega la via Rodriguez,  in pietra lavica , con la salita Gian Battista Impallomeni, un signore con cappotto e cappello scuri, che incedeva regolarmente, salendo le scale, con il solo problema che non aveva di fatto i piedi (!) perchè era un ectoplasma.

Di chi sia il fantasma, questo non è dato conoscere.

La vecchina di 106 anni dei Nebrodi

E non vi racconto qui quello che mi è realmente capitato nella mia lunga carriera di medico,  perché dubito ci credereste, eppure è accaduto.

Vi accenno solo che c'era una paziente di 105 anni che venne dimessa in fin di vita dall'ospedale e mandata a casa, in una casetta in mezzo alle montagne dei Nebrodi,  per poter morire nel suo letto, in preda ad una pericolosa crisi cardiaca, con respiro periodico del tipo "gasping", quello che il volgo dice "fare le 'nsaccate" o il "rafatu da' motti".

Ebbene, l'anziana nonnina, che pare fosse stata una "majara" in passato, cioè una fattucchiera, presentava condizioni di salute molto scadute, in sostanza stava morendo.

Dopo che la visitai, prescrissi ossigeno ed applicai una flebo per la nutrizione parenterale, stranamente continuò a vivere, mentre il suo gatto nero mi guardava attento con i suoi occhi gialli intensi, che sembravano umani ed intelligenti e, quasi, mi spaventavano.

Quelli delle "pompe funebri, che di solito in Sicilia, hanno l'usanza caritatevole di non farsi pagare quando un paziente esce in fin di vita dall'ospedale, per poi recuperare i soldi col funerale che segue, cercando di recuperare ogni spesa in precedenza affrontata, si offesero, perché non erano stati chiamati dai familiari per il funerale, appunto.

I familiari spiegarono che la nonnina si era "miracolosamente" ripresa con le mie cure mediche e che non era più deceduta, nonostante i suoi 105 anni e le condizioni preterminali.

Continuai a curarla per altri mesi ancora.

La sera quando mi recavo nella casa di campagna, dopo un lungo viaggio in un viottolo di montagna, tra querce e castagni antichi, si udiva un respiro presente nella casa, che i parenti, per non farmi spaventare dicevano essere imputabile ad un barbagianni che si trovava sulla pianta di fronte la casa.

In realtà nella casa, mentre visitavo, si aprivano e si chiudeva porte, si sentivano scricchiolii sinistri del pavimento di legno ed altri misteriosi eventi, che non so spiegare ma i familiari dicevano che era normale, perchè i vecchi infissi facevano passare gli spifferi, eppure eravamo in piena estate e di vento non c'era neppure una bava.

La signora anziana spirò dopo un anno circa, per come seppi, e la "faccenda" fu curata in stretto riserbo fra i parenti: pare che avessero detto strane  preghiere profane ed orazioni e passato sul corpo della signora un gatto nero, su consiglio di una altra fattucchiera esperta di malefici e, finalmente, la poverina fosse spirata in pace.

Dicono anche che il parroco che benedisse la salma e fece le orazioni, scappò in fretta dalla casa perchè qualcuno gli aveva strappato con forza l'aspersorio di mano con l'acqua santa ! E questi sono fatti veri, realmente accaduti.

Ciao alle prossime.

 

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