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Giuseppe Castelli nel suoi Appunti sulla storia di Milazzo (ms. comunicato da G. Fuduli) riferisce che un quadro con la nave del Capitano della Marina Mercantile Giuseppe Paratore si trovava nella chiesa dello Spirito Santo alla Trinità. Il capitano Paratore, morto nel 1876, è ricordato da un monumento nella Chiesa di S. Rocco e il passo si riferisce chiaramente ad un suo ex voto. Micale e Petrungaro nella loro Milazzo ritratto di una città del 1996 citano gli ex voto delle chiese di S. Rocco e della Trinità prendendo atto della loro scomparsa. Il quadretto della chiesa del Rosario è citato da chi scrive in Milazzo città d'arte del 1999: nella stessa opera viene ricordato l'ultimo ex voto marinaro dell'eremo della Trinità, sottratto da qualche anno.Il bel volume Miracoli: il patrimonio votivo popolare della provincia di Messina a cura di Sergio Todesco, del 2007, contiene uno studio specifico dell'ultimo ex voto marinaro di Milazzo, schedato da Stefania Lanuzza e inserito da Rocco Sisci nel quadro della produzione superstite della provincia. La pubblicazione ha peraltro rivelato l’esistenza di un ex voto marinaro milazzese nella raccolta del Santuario di Tindari, che notoriamente è stato un importante riferimento religioso per la marineria milazzese. Il dipinto di Tindari può considerarsi parte del patrimonio votivo milazzese: realizzato a tempera su carta rappresenta come di consueto un veliero a tre alberi sballottato da alte onde bianche che riflettono un cielo dall'inconsueto cielo rossastro, colori che creano un'atmosfera tragica e addirittura infernale aggravata dalla mancata raffigurazione della Madonna intervenuta a salvare il veliero. La dedica recita: IL BARCO MUGNAJO DI MILAZZO SOTTO IL TEMPORALE SOFFERTO IL 30 NOVEMBRE 1872 IN PROSSIMITA' DEL CAPO CLEAR”.
Sotto il video della Festa di S. Francesco, protettore della Gente di Mare, a Milazzo, a cui sono molto legati i marinai milazzesi.
Una estesa lacuna, che interessa il lato destro dell'ex voto, ha distrutto l'indicazione dell'anno ma il dipinto può agevolmente datarsi all'ultimo quarto dell'Ottocento. Non sappiamo dove sia avvenuto l'evento rappresentato ma l'uso del termine uragano fa pensare a una navigazione oceanica. Il vascello è un brigantino a palo, del tipo solitamente costruito nei cantieri liguri e utilizzato per i trasporti commerciali sulle rotte transoceaniche: la Lanuzza suggerisce una provenienza ligure dell'imbarcazione e anche del dipinto che un ignoto pittore ha lasciato alla chiesa dell'Addolorata al Capo, attesa la generale diffusione di questo culto. L'ignoto pittore rivela una spiccata capacità nella resa dei particolari. pur nel contesto della drammatica rappresentazione dei fatti: la vena descrittiva dell'artista è evidente nella raffigurazione della polena, delle fiamme che fuoriescono dal boccaporto e della folla di marinai che tenta di domare l'incendio mentre un compagno cerca ancora di avere ragione della velatura stracciata dal vento. Persino le spade dell'Addolorata sono minuziosamente descritte.. Una fotografia documenta l'aspetto dell'ultimo ex voto esistente presso l'eremo della Trinità fino a pochi anni or sono. Un veliero a due alberi, probabilmente un brigantino goletta, procede nel mare in tempesta sotto un cielo coperto di nuvole plumbee: i marosi sono resi in forma di bianche spumeggianti nuvolette che non rendono bene la drammaticità del momento, nonostante la nave si impenni sotto l'urto dell'acqua, ma sullo sfondo compaiono rocce pericolosamente vicine verso cui l'imbarcazione è sospinta. In alto a sinistra troviamo la colomba che simboleggia lo Spirito Santo, cui era dedicato l'eremo della Trinità. L'ex voto su carta nella parte inferiore ha una larga fascia dedicata all'iscrizione che risultava pressoché distrutta e illeggibile già al momento della realizzazione della foto. Non è possibile identificare con certezza nel dipinto l'ex voto del capitano Paratore, citato dal Castelli e non resta, pertanto, alcun elemento utile per identificare l'imbarcazione, il luogo dell'avvenimento e la sua data. L'opera può comunque datarsi con certezza alla seconda metà dell'Ottocento. La realizzazione di dipinti a soggetto marinaro, affidata a pittori popolari specializzati nella fedele rappresentazioni delle navi ma che certo non vivevano soltanto di questa produzione, andava oltre l'occasione puramente devozionale. Nelle case dei marinai di Milazzo era facile vedere quadretti analoghi agli ex voto, ma privi i di raffigurazioni sacre, che rievocano tempeste e naufragi vissuti dal proprietari con tanto di didascalie esplicative. Molto simili erano i dipinti realizzati per documentare l'aspetto di navi su ordinazione dei proprietari: è il caso del piroscafo “Il Siciliano" della famiglia Greco, comandato dal capitano Giovanni Rizzo e su cui fu imbarcato il giovane Luigi Rizzo. riprodotto nella biografia dell'Ammiraglio, di Ruggero D'Ondes. Con queste realizzazioni la produzione di ex voto o dipinti affini giunge agli inizi del Novecento e documenta l'affermazione dei moderni piroscafi sulle vecchie navi a vela, scomparendo poco dopo per il declino delle antiche devozioni e l'affermarsi della fotografia.Related link: Donna Crucifissa Tonnare di Milazzo Castello di Milazzo: scavi archeologici La storia dell'amore sfortunato della Baronessa Eleonora Baeli di Milazzo NEW ! NEW!! Milazzo e Federico II di Svevia I contadini della Piana di Milazzo nell'800 di Stefano Zirilli S.Francesco di Paola, storia dei miracoli milazzesi Milazzo, la sua storia e le leggende Milazzo, tra archeologia e fonti storiche Milazzo's history and legends La leggenda della Madonna insanguinata di Milazzo
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