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Milazzo, Dio Sole e Dio Mare

  1. Sito Milazziano
  2. Argomenti sull'ambiente di Milazzo
  3. Milazzo, Dio Sole e Dio Mare
  4. Il nostro mare spettacolare
  5. La Riserva Marina di Capo Milazzo
  6. Ulisse a Milazzo
  7. La Grotta di Polifemo
  8. Riserva del capo: le piante 1
  9. Riserva del capo: le piante 2
  10. Aspetti floro-vegetativi di Capo Milazzo
  11. Siso Milazzo- Museo Mare
  12. Siso, il Museo del Mare

 cfr anche indice ambiente di Milazzo 

Milazzo è stata decantata dall'epopea come la Terra  degli elementi ilozoistici, la terra  dove il Dio Sole pascolava gli armenti, o Aurea Chersoneso.

Questo avevo appresso dal mio maestro quando frequentavo le scuole Elementari del Piaggia ed onestamente questa cosa mi colpì molto e mi piacque; poi appresi che eravamo anche la terra descritta da Omero, (cioè da "Colui che non vede", letteralmente, un aedo cieco) di Odissèos, cioè Ulisse, il quale nel suo peregrinare finisce per imbattersi nelle terre di Aeolos, appunto le Eolie, quando i suoi amici aprono l'otre maledetto, pensando a tesori nascosti dentro, e vi si libero vorticosamente i venti impetuosi, fra cui il nostro micidiale vento di Ponente, che sferza le onde e li fa imbiancare pericolosamente.

Qui Ulisse scopre, ricoperta da Lauri eccelsi, la Grotta di Polifemo, che appunto esiste per davvero a Milazzo ed è un antro misterioso,  sito sotto il Castello, enorme, dove fino a qualche decennio fa tenevano, come vuole la leggenda, gli armenti, pecore e vitelli, che ancora pascolavano al Tono, cioè sulle prime pendici del promontorio.  Il sottoscritto, da bambino, negli anni 60-65, ci andava spesso per partecipare ai matrimoni, ma oggi è impossibile accedervi perchè la grotta è in mano a privati e non è accessibile. Infatti la spelonca è immensa ed in passato per impedire che delle pietre si staccassero dal soffitto erano stati compiuti dei lavori ed un'enorme rete metallica era stata fissata alle poderose pareti per contenere eventuali massi che si fossero staccati. Al centro della grotta vi era una grande pista da ballo e l'atmosfera irreale e fiabesca entusiasmava gli avventori del locale. L'ingresso della grotta era seminascosto nella parte di sinistra, e si accedeva con una scalinata realizzata ai piedi della montagna del Castello di Milazzo. Dentro vi era un grande dipinto che raffigurava il gigante con un solo occhio, ma in realtà a Milazzo erano stati trovati degli scheletri di 3 metri, appartenuti ad una progenie di giganti.

Alcuni autori ritengono che esisteva soggetti affetti da tumore dell'ipofisi, ed erano affetti da gigantismo. Per altro il fatto che il gigante avesse un solo occhio si spiega col fatto che il tumore poteva aver causato compressione su un occhio e, quindi, la completa cecita' di uno dei due occhi.

Quindi Milazzo significa presenza di Sole e mare e vento, le forze della natura, che i Milazzesi nei secoli avevano saputo sfruttare per sè e per gli altri, navigando il mare, da cui il nostro detto " nescitinni cu' ventu i terra!", cioè prendi il largo col vento di terra oppure quando puoi scappa da un'insidia e prendi il vento,  quello buono, oppure " sta attentu a quandu vidi i palumbeddi a mari!", vale a dire, "attenzione se vedi il mare sferzarsi sotto i colpi di vento, come se fossero gabbiani in acqua bianchi", perchè presto il vento si sarebbe alzato ululando. Da qui le preghiere al Santo Padre di Vaccarella, S. Francesco, quando il padre di famiglia in fretta e furia raccoglieva le misere reti e tornava a casa, pregando il Santo di poter rientrare oltre a "randi mola", cioè a mulazza, ossia il pietrone di Punta Messinese (da qui il nome di Milazzo, sembra, che vuol dire la grande pietra) che sparte le acque e, che se lo superi, anche venendo dalle Eolie, e ti butti alla Cala dei Liparoti, sei salvo!  Guai a prendere il mare storto nei fianchi della barca quando entri dal largo, perchè le onde ti ci scagliano all'aria ed affondi.

E quando un tizio cerca di scherzare con le onde  e si butta col mare grosso spumeggiante, pensando che il mare di Milazzo sia quello stupido del Pacifico, i Milazzesi gli urlano dietro di rientrare dalle onde e gli tirano una fune per salvarlo. Infatti il mare nostro che è buono come il pane d'estate, esige religioso rispetto d'inverno e grande sapienza: solo a pochi consente di essere posseduto nella navigazione. Questo siamo stati noi da sempre, da 1.500.000 anni fa, mare e terra, da quando Milazzo sorge dal mare come isola e si collega poi con la terra ferma (vedi riserva capo e milazziano), tramite le sabbie che dal monte Mankarruna scendono nelle fiumare.  Da qui ai Romani di Caio Duilio ed agli Arabi con le tonnare, il passo è breve, passando per i normanni, svevi, angioini, inglesi e francesi, garibaldini ecc.. Dunque un popolo di eroi e di uomini.

Per questo chi offende la natura di Milazzo, prima o poi soccombe del proprio crimine: nessuno può cancellare ciò che il Logos ha creato e quando parlo di questa Entità mi riferisco all'intelligenza divina che regola le correnti, i venti, il creato e le sue creature.

Ma Milazzo, dicevano, è la Terra del Dio Sole, decantata nel 12° canto dell'Odissea, dove Circe dice ad Odissèos come schivare le sirene e le pietre erranti ed infine arrivare in Sicilia, a Milazzo.  "Giungerai all'isola di Trinacria - dice- e la in gran copia là (a Milazzo) pascolavano le Giumente del Dio Sole e copiose greggi, sette mandre di vacche, ed altrettanti floride mandre di pecore, cinquanta capi per ciascun branco... li menano al campo Ninfe dalle belle chiome". Ma i compagni di Odisseos, peccando di "iubris", cioè di mancato rispetto, boria e tracotanza (da cui la parola siciliana "urbito"), mangiano i sacri armenti e Diòs, scaglia un fulmine sulla nave e tutti muoiono tranne l'eroe di Itaca.

Un altro video sulla Grotta di Polifemo

L'isola poi toccherai Trinacria, dove del Sole
sono allevate le molte giovenche e le floride greggi:
sette mandre di vacche, di pecore belle altrettante,
ch' ànno cinquanta capi ciascuna; né mai sono nate,
né mai verranno a morte. Due dive ne sono custodi:
Lampétia, e Faetusa, due ninfe dai riccioli belli,
cui generava al Sole sublime la diva Neera.
Poi che le diede a luce, che l'inclita madre le crebbe,
ne l'isola remota Trinacria fissò la lor sede,
che custodisser le greggi del padre e le belle giovenche.
Ora, se illese tu le lasci, e ti preme il ritorno,
pur dopo molte sciagure, farete ritorno alla patria;
ma se tu poi le molesti, l'estrema rovina predico
alla tua nave, ai compagni. Tu poi, se pur fuggi la morte,
tornerai tardi, a fatica, avrai tutti persi i compagni.
     Mentre diceva, spuntò l'Aurora dall'aureo trono.
Distolse allor da me la diva per l'isola i passi;


Il mare di Milazzo

Milazzo e la copiosa energia della luce

A Milazzo nessuno è stato mai depresso o infelice nel tempo passato poichè è provato scientificamente che l'insolazione tramite il sistema limbico-cortico-mesoencefalico, produce più sostanze antidepressive: gli uomini andavano per mare e, scrive il Piaggia, si portavano con sè i figli più piccoli, che si divertivano di andare a seguire il padre nella barca ed il lavoro non pesava loro... così gli uomini andavano nelle vigne e negli orti e c'erano le feste della raccolta dei pomodori, della vendemmia, dei manderini e riti religiosi a cui vi rimandiamo in indice. Il Sole di Milazzo, dunque, ha rappresentato sempre energia e ricchezza, maturando le messi, rosseggiando i pampani,riscaldando il cuore della gente.

Anche noi abbiamo voluto fare un esperimento, spendendo pochi euro, circa 50.

 Abbiamo comprato dai Cinesi un pannello solare molto piccolo di cm 40 x 60, lo abbiamo piazzato contro il Sole di Milazzo, esponendo verso Sud, inclinato a 45° (vedi la foto reale) e gli abbiamo collegato un faro con batterie ad accumulatore, di 50 watts.

Il risultato, a partire da Gennaio e fino a Novembre, con un calo a dicembre nelle giornate uggiose di pioggia e buio,  è fenomenale (!): il faro accende tutta la notte e rischiara il giardino.

Ora facciamo qualche calcolo per vedere come il Sole di Milazzo produca energia gratuita come ha sempre fatto.

CALCOLO FACILE PER RISPARMIARE IN BOLLETTA

Problemino di Pierino

Ho comprato un kit solare da 50 w, faretto led per giardino da 50 w con batteria incorporata per dare luce tutta la notte col sole di Milazzo e pannello solare, ho speso 50 euro, non ho collegato la lampada alla corrente ENEL, mi è convenuto, se lo piazzo a Milazzo? Ho superato la spesa ed ho avuto un ricavo, oppure no? Vediamo

Soluzione ed indicazioni.

LAMPADA 50 w = consuma 0.05 kW (chilowatt/ora) accende x 6 ore/die=  180 ore al mese x 0.05 = consumo di 9 kw ogni mese x 0.50 euro costo del kw=4.5 euro al mese, dunque se accende un anno avrò speso 54 euro di energia elettrica se sono attaccato alle linea elettrica ENEL o similare.

Risposta al problema di Pierino.

Siccome io ho collegato il faretto LED direttamente al Sole di Milazzo, con pannelli primitivi, tanto per fare esperimenti e passare il tempo, pannelli scarsi, a bassissimo costo e resa molto scarsa, allora mi basta che la lampada funzioni per un anno per riscattarne il suo costo (spesa iniziale 50 euro); se accende 2 anni sono in attivo con il ricavo ed il risparmio energetico, ma la mia lampada ha addirittura una garanzia di 3 anni e già accende da un anno circa, come vedete dal video che segue da voi stessi.

A fan cetera le bollette e noi che respiriamo anidride solforosa e puzza nella zona di Corriolo!

di Claudio Italiano