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Una giornalista da prima pagina, Clara Salpietro ed i suoi reportage

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Reportage dall'Iraq

C'era una volta il Paladiana a Milazzo e si svolgevano ancora degli incontri interessanti... ecco per esempio una giornalista d'eccezione, la dr Clara Salpietro, che illustra un suo ultimo reportage in Iraq.

Noi di Sito Milazziano eravamo la' per voi...

Domenica 30 Aprile 2006, alla Sala Rotonda del Paladiana di Milazzo, a cura delle associazioni FIDAPA  di Milazzo, Barcellona e Venetico e del Rotary Club di Milazzo, presenti il presidente FIDAPA di Milazzo, avv. Sara Composto, il presidente del Rotary, dott. Luigi Fabrizio Mancuso, la  prof.ssa G. Coppolino, presidente Fidapa di Barcellona e la prof.ssa T. Squadrito, presidente Fidapa di Venetico, viene tenuto un incontro con  Clara Salpietro, a tema "Oltre l'immagine: realtà a confronto".

Lei è una giovane giornalista, di quelle che amano il proprio lavoro, inteso come missione verso la conoscenza del vero; una donna sui generis dal cuore immenso, due occhi intensi, che brillano ed a tratti diventano lucidi quando parla dei bimbi feriti o di quel ragazzino su di una sedie a rotelle, che si trascina a fatica per le strade fangose dell'Afganistan, orfano lui ed i suoi fratelli, vittima di una guerra incomprensibile per la povera gente.

Clara non è alle prime missioni di guerra, ma ha già preso parte ad altri reportage in Kossovo, Afghanistan ed ora in Iraq. Una volta laggiù, completate le procedure di rito col Brigadiere Generale, Battista Borrini, cioè la consegna del giubbetto antiproiettili, del casco, degli anfibi, di coperte e lenzuola, è subito all'opera e la trovi là,  sulla Tampa, cioè la strada principale che collega l'Iraq del Nord con quello del Sud. Erano mesi che i giornalisti evitavano i check point, ma lei è una  che vuole andare oltre la realtà delle immagini e capire i pensieri della gente ed i loro modi di essere e di fare.

Spiega il lavoro degli italiani, che prevede la realizzazione di progetti come la fornitura di assistenza sanitaria e di mezzi di sussistenza ad ospedali ed orfanotrofi; la realtà in Iraq non è semplice: ci parla animatamente di orfanotrofi con più di 700 bambini, mentre al massimo ne avrebbero potuto contenere solo 100! Di progetti di pozzi che gli Italiani stanno ultimando in collaborazione con le istituzioni internazionali di assistenza.

Ci parla della Clinica Hope di Kabul, dove ha visto chilometri di bambini che percorrono giornalmente le strade ora polverose, ora fangose, sotto il freddo e sotto il caldo, a piedi nudi, con l'intento di farsi praticare l'iniezione per la leishmaniosi, una patologia che qui da noi colpisce solo i cani, ma che in Iraq è un'endemia che miete vittime tra i bambini.

La puntura è dolorosissima, ma i bambini non sanno più piangere: a loro viene dato in premio un biscotto, una brioche, una cioccolata; qualche ragazzina per non gridare, stringe fra i denti un fazzoletto! I medici italiani fanno le foto, danno il numerino ed invitano il ragazzo per la prossima terapia, nella speranza che essi possano tornare indietro ancora, senza saltare prima su di una mina! I militari Italiani sono apprezzati e ben voluti dalla gente, perché essi hanno chiare le loro regole d'ingaggio: la missione umanitaria di pace e di sicurezza.

A Camp Mittica, monsignor Angelo Bagnasco, Ordinario Militare, il giorno di Natale ha ricordato loro che essi sono " i ministri della sicurezza e della pace" e Clara ha voluto essere tra loro in quell'occasione, lasciando a casa i suoi cari, ma anzi il 25 dicembre è tornata in giro sulla Tampa, incurante del pericolo che corre, per stare con i militari ed essere loro vicina. Lei è una di quelle che va dentro la notizia e la realtà dei fatti. Ed i fatti sono che c'è tanta miseria  e disperazione in questa gente, dove i soldi del petrolio sono appannaggio di pochi eletti, mentre i più vivono ai margini del sociale. Le donne devono portare il Burka, azzurro per l'Afganistan, nero per le donne iraquene.

Ad un ospedale, si fa per dire, perché i punti di assistenza sono stanzette di qualche metro quadro, c'era una donna col suo burka nero ed una bambina nascosta sotto che piangeva: ma è così, bisogna accettare i loro costumi e le loro regole. Nel suo viaggio si reca anche sul luogo della esplosione del 12 novembre 2003, quando una palazzina fu letteralmente rara al suolo, causando la morte di 17 soldati italiani, dove ancora si cercano fra le materie i brandelli di carne umana! Ma i nostri soldati continuano con calma e pazienza e sopportazione la loro missione di pace; talora perfino si occupano della disinfezione delle case o della vaccinazione delle pecore dalla brucella.

Occorre, ogni volta, spiegare la cosa al Capo Villaggio, che a sua volta autorizza i lavori di prevenzione tra la gente; non è semplice farsi capire: le persone spesso vivono in casa con gli animali, in situazioni precarie. Clara mostra le sue belle foro, cariche di una profonda umanità; riceve gli applausi della sala, ma continua con semplicità la sua relazione. Adesso l'Iraq, grazie al suo lavoro, ci appare più vicina e ci rendiamo conto che il nostro lavoro laggiù è importante.  

Claudio Italiano

Grazie, Clara, you are better than Lilly!

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