La Chiesetta di S.Giuseppe a Milazzo, sfingi e festa

La Chiesetta, che è una bomboniera, sembra essere una Cappella Patronale, appartenente alla nobile famiglia del Barone Lo Miglio. E’ ubicata tra la Porta del Capo ed il Cimitero in prossimità di un fortilizio e di un tratto di mura dell’antica fortificazione. E’ una piccola chiesa ad un vano, che, secondo il Perdichizzi, venne costruita da alcuni devoti del Santo nel 1565, mentre la peste infieriva nella Città. Tuttavia lo stile sia interno che esterno mostra chiaramente che importanti rifacimenti sono avvenuti posteriormente, specie nel XVIII secolo. Originale e molto bella è la finestra settecentesca della facciata principale. L’altare maggiore ha una bella inquadratura, con colonne tortili di marmo bianco intarsiato. Vi è una tela non brutta con la Madonna, il Bambino, S. Giuseppe, il Padre Eterno e forse S.Anna. Bello è pure il paliotto in marmo dell’altare. Vi sono poi due altari minori, laterali. Quello verso est ha la statua di S. Giuseppe, opera di un grande artista, un tale Filippo Quattrocchi di Gangi, lo stesso autore della statua di S. Stefano, mentre quello ad ovest ha una tela che deve essere di buona scuola, rappresentante lo Sposalizio della Madonna. Accanto, in una nicchia, è la statua della Madonna della Provvidenza. In fondo alla Chiesa vi è una Tribuna per i musici ed i cantori, e vi si trova un antichissimo piccolo organo. In Sacrestia vi sono dei mobili di buona fattura. La Chiesa è aperta al culto. Vi si celebrano le funzioni religiose e viene mantenuta in buone condizioni. Tuttavia un lavoro di restauro interno è opportuno, specialmente con riguardo alla coverta, ai mobili della Sacrestia ed alle Tele dei quadri. webalice webalice webalice I burghitani di Milazzo sono stati sempre devoti al Santo e pare che gli operai, fossero falegnami, muratori o semplici artigiani e scalpellini si identificavano con Santo Lavoratore, per cui c'è stato nel tempo sempre grande affetto e rispetto per il Santo. Per altro la presenza della Chiesa nei pressi del Cimitero collega il culto dei morti con la devozione per il Santo, che è il Santro Patrono degli agonizzanti  ed è usanza che la statua si soffermi davanti ai 3 grandi cancelli del camposanto in segno di preghiera e di raccoglimento, mentre la prima tromba della famosa Banda "Pietro Mascagni" intona il silenzio. Alla fine, sulle ultime note, scoppia sempre l'applauso del popolo del Borgo, per significare il sacrificio dei molti milazzesi sepolti nel cimitero, soldati e non, alcuni dei quali hanno fatto grande l'Italia, vedi per es. l'Eroe Luigi Rizzo, le cui spoglie riposano accanto a quelle dello sfortunato altro Eroe, il figlio C.te STV Giorgio Rizzo. Vedi il video dove c'è il momento in cui viene suonato il "Silenzio".

La festa

 Ogni anno si festeggia il Santo il 19 di Marzo, epoca in cui è usanza dei Milazzesi preparare le "sfinci" o "sfingi", che sono delle frittelle ripiene di ricotta o di acciughe salate. Risultati immagini per maggioranaUn tempo le massaie si alzavano di buon ora ed impastavano farina, sale, acqua, lievito madre e lasciavano lievitare l'impasto che in seguito veniva calato nell'olio bollente a mo' di pasterelle rotonde piene, appunto, di ricotta o di acciughe. Venivano usate erbette per insaporire, per esempio la maggiorana, che un tempo ancora cresceva spontanea. I pasticcieri invece usavano passare le pasterelle fritte dentro lo zucchero, impiegavano l'uva passa e la ricotta addolcita, come per i cannoli ed usavano la cannella. Ma la vera ricetta milazzese è più rustica e meno dolce, anzi salata e molti preferivano sentire il profumo delle acciughe salate dentro l'impasto. Negli ultimi tempi perfino la nutella è stata piazzata dentro le sfingi, poveri noi! In altri tempi, invece, quando la maggiorana ancora cresceva rigogliosa e spontanea a Milazzo, il suo profumo associato alla ricotta fresca che mordevi nell'impasto caldo,  sfingi significava "primavera". . Scherzando i mariti anziani dicevano agli amici: " Me mujjeri oggi ci dissi "spinci", ma idda si alzò du lettu e mi friju i frittelli, fossi nun capiu!" Che significa: " A mia moglie oggi ho detto "spingi!", ma lei non ha capito si è alzata e mi ha fatto le frittelle!". E ridevano per significare che " non spinci chiu!"

Processione del Santo

La processione esce qualche settimana dopo il 19 Marzo, in genere, superata la S .Pasqua, una domenica di sole, per consentire alla Banda Musicale si sfoggiare le famose marcette allegre che risuonano tra i vicoletti del Borgo  mentre la statua viene sorretta a braccia.  Nei video potete godere della processione, il video in alto, mentre nel video in basso potete ammirare la chiesa con i suoi quadri e le suppellettili, le colonne, i decori e cosi via. Nel video parla il Sig. Sciotto, grande devoto del Santo e " mbuttatturi" storico, cioè devoto addetto alla processione del Santo che deve sorreggere le aste di legno per il trasporto del simulacro, operazione questa di non poco conto, visto il peso della preziosa statua lignea del seicento. Ma si fa questa impresa perchè da piccoli si è appreso il rispetto e la devozione al Santo e per le tradizioni di questo popolo che il Signore, nonostante le nostre storture, ancora ama ed a cui manda Provvidenza.

 

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