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Boschetto dell'Ancora, Milazzo

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Il "Boschetto dell'Ancora" è così chiamato a seguito della donazione di un'ancora da parte della famiglia Faranda-D'Amico, proprietaria dell'Antica Tonnara di Milazzo.

Il boschetto sorge su un'area demaniale ed è stato inaugurato il 6 gennaio del 1992, come un regalo della Befana, a seguito di una iniziativa importante a cura di Legambiente del Tirreno, capitanata dal grande Pippo Ruggeri,  che ha curato la messa a dimora di tamerici e ginestre, adottate dai cittadini.

Noi di Sito Milazziano eravamo là, nel 1992 e qualche anno dopo sarebbe nato il vecchio sito "Gastroepato", sullo spazio inwind, per diffondere le buone e sane notizie del nostro ambiente

Oggi risorgiamo ancora sulle ceneri del compianto spazioinwind e ci chiamiamo " Sito Milazziano", per indicare che Milazzo sorge nell'Era geologica del Milazziano.

L'iniziativa, come ogni progetto nuovo, all'inizio non è piaciuto al milazzese apatico, che ama la cementificazione e non capisce che perdere le proprie radici è un dramma. Milazzo è stata anche mare e spiagge e garighe.

 

L'obiettivo era quello di valorizzare la flora spontanea che cresce su nostri territori, determinando una sorta di processo di rinaturalizzazione. Oggi che il litorale di ponente è stato violentato dalla cementificazione selvaggia, l'idea era quella di operare il restauro ambientale, avvalendosi della sapiente opera dell'Orto botanico dell'Università di Messina, Pietro Castelli.

Tra le specie tipiche della macchia mediterranea troviamo le Euphorbie dendroides e la palma nana (Chamaerops Humilis), specie di palmetta che cresce spontanea in Sicilia.

Sono presenti diverse specie della vegetazione psammofila, cioè stiamo parlando delle formazioni esclusive dei litoranei sabbiosi ormani in via di scomparsa lungo ampi tratti di costiera siciliana.

Fra queste ricordiamo il Giglio Marino (Pancratium marittimum) specie bulbosa dalla spettacolare fioritura tardo estiva con candidi e profumatissimi fiori; tra le specie di ambienti rupestri di particolare valenza naturalistica troviamo la Vedovina delle Scogliere (Lomelosia cretica), specie subebdemica relitta del Terziario ed il Garofano delle rupi (Dianthus rupicola) specie di importanza comunitaria inclusa nell'Allegato II della Direttiva Habitat (Dir.92/43/CE). E ancora ricordiamo le piante endemiche come il Senecione Gibboso (Jacobaea marittina subsp. gibbosa, esclusivo della fascia costiera tirrenica calabrese (tra Bagnara e Villa S. Giovanni) e della Sicilia nordorientale (tra Scaletta e MIlazzo).

 Parliamo di piante a rischio di estinzione che crescono in piccoli lembi del nostro territorio come il Panico Rupestre (Megathyrsus bivananus) ed il Cardo Pallottola Vischioso (Echinops Spinosissimus), quest'ultino presente solo in Sicilia a Capo Tindari e a Capo Milazzo, specie in estinzione, descritta dal grande Piaggia.

Ancora ricordiamo altre piante che un tempo era assai diffuse sui nostri litorali e che oggi sono in forte regressione lungo tutte le coste Mediterranee a causa della distruzione del loro habitat. E' il caso delle Efedra dystachya e del Ginepro Tenecio (Juniperus turbinata. Quest'ultimo è stato reintrodotto nel boschetto dell'Ancora grazie a tre esemplari donati dall'Orto Botanico "Pietro Castelli" dell'università di Messina.