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Ambiente, ambiente, ambiente: fortissimamente ambiente a Milazzo!

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  10. Aspetti floro-vegetativi di Capo Milazzo . parte prima
  11. Aspetti floro-vegetativi di Capo Milazzo . parte seconda
  12. La campagna di Milazzo di un tempo

Related link: Soma psiche ambiente

Inquinamento fotochimico

Ovvero l'interazione tra SOMA-PSICHE-AMBIENTE, principio su cui si basa la "salute" dell'individuo ed il ritorno al passato, per avere un futuro! 

 Milazzo, è vero, è inquinata ma esistono dei luoghi ancora maestosi ed incontaminati che dobbiamo preservare, così come dobbiamo operare un restauro ambientale e con esso ripristinare il buon tempo antico, con i suoi usi e costumi. Vedi a tal proposito la pagina dedicata alla  Riserva di Capo Milazzo.

C'era una volta..

Milazzo, una città felice, dove un tempo la gente aveva vissuto dei proventi del proprio lavoro nei campi, nel mare...

Immagine del 1978 che ritrae le campagne di Milazzo
in c/da S. Paolino, coltivate a vigneto (uva Cardinale)
ed agrumeti. Oggi le campagne sono smembrate
e vi passa l'asse viario, numerosi palazzi sorgono
sui terreni, rifornimenti ed un palazzetto dello sport

Sotto gli ultimi prati a Milazzo con i paperi perchè
i ragazzi se ne ricordino per il futuro, quando vedranno
solo cemento. Qui siamo all'altezza del semaforo,
all'asse viario, quando c'era l'ultimo prato in fiore
a Primavera.

Questa è ormai una foto storica per noi milazzesi: la foto della buonanima della campagna di S. Paolino, una frazione di Milazzo, la foto è stata scattata nell'autunno 1978, ripresa dal terrazzo di casa mia, prima che costruissero l'asse di penetrazione, un simbolo dei nostri tempi scellerati, un'autostrada a 4 corsie che ha finito per smembrare ulteriormente le campagne. S. Paolino era una campagna, una località famosa per le sue acque, che affioravano copiosamente da pozzi freatici, già da 3 mt di profondità.
Oggi i pozzi tendono a prosciugarsi e la falda acquifera si assottiglia. Nelle acque, poi, compaiono degli inquinanti, il dono dell'accumulo nell'ambiente dei regali delle nostre industrie pesanti (cadmio) ed i nostri figli nascono con testicoli più piccoli, come riporta lo studio universitario di cui al link.. Spariscono pure le fonti di S. Opolo, scompare Vaccarella e la Riserva del Capo si assottoglia.

Prati ed ambiente da rivalutare

L'immagine a seguire rappresenta un ultimo prato di acetosella gialla,   detta volgarmente "erba medica" o definita dai ragazzi degli anni 60,  "sucamele"  ; è un prato del febbraio 1979.

Questo era un prato di acetosella gialla  del 1978
prima della costruzione dell'asse viario

Oggi su questo prato sorge un bellissimo rifornimento di carburanti sull'asse viario. Quello che resta dei sucameli a Milazzo, tuffatevi col cuore dentro questi prati che crescono ai margini delle strade asfaltate e si fanno strada tra le macerie della natura milazzese da restaurare.

Che cosa c'entra vi chiederete? C'entra perché i bambini dopo la  distruzione del nostro ambiente naturale milazzese se ne stanno in casa, come tanti animali d'appartamento, proprio come bestie nelle gabbie, e diventano sempre più nevrotici! I padri avrebbero dovuto ricordare che Iddio, un tempo, aveva concesso loro di giocare sui prati di "sucameli" ed essi avrebbero dovuto consentire, a loro volta, alle loro creature di godere di questa natura. Ma non è così.

Tramonto a Capo Milazzo, nei pressi di
Punta Messinese, Riserva del Capo

La campagna di Milazzo - dicevamo - dava i suoi frutti e le sue feste, proprio così come Esiodo nel VII sec. a.C. scrive ne "Le opere e i Giorni", dove parla appunto de "La Città Giusta". Essa è governata da buone leggi.."

E Milazzo era considerata un tempo una città privilegiata, la terra di  Iperione, dove  il Dio Sole, pascolava gli armenti, la terra del Gigante Polifemo e di Ulisse (cfr  Milazzo ).

Le feste a cui facciamo riferimento erano quella della vendemmia, che si teneva già a Luglio nella frazione di S. Paolino, dove cresceva l'uva "cardinale" e quella della fine di ottobre nelle campagne di contrada Bozzello, dove ora sorge una nota industria di Milazzo. Era una  festa perché già di primo mattino, le donne anziane che non potevano recarsi in campagna per la raccolta delle uve, si mettevano davanti al calderone per far bollire l'acqua per la pasta e cominciavano a preparare il sugo in un altro pentolone, per dedicarsi poi alla cottura delle carni ed aspettare gli uomini, le donne e tutti coloro, bambini compresi, e me compreso, che tornavano dalla vigna.

E così pure, anche la raccolta del pomodoro, per la festa di San Giovanni, era un altro motivo di gioia e di socializzazione.

L'asse viario ha distrutto parte delle campagne di Milazzo
in c/da S. Paolino, ecco le prime immagini,
una volta costruite le strade..

Scrive Esiodo: "Nella Città giusta, governata da giuste leggi, sia per i cittadini che per gli stranieri, il popolo vive bene, la Città verdeggia, ed in essa la vita fiorisce; si diffonde la pace nutrice di giovani; la Terra produce per essi vitto copioso e le donne partoriscono figli simili ai padri! "

Esiodo vuole significare, cioè, che alla base di una buona società vi stanno giuste leggi, una vita di pace e di prosperità, dove i figli sono simili ai padri, poichè rispettano le tradizioni, la cultura del popolo e non è possibile per essi che i costumi si stravolgano, che i figli devino nella malattia, perchè ciò che è scritto nei geni della gente si perpetua in maniera saggia e giusta, e cioè è conservato il modo di essere e di fare, usi e costumi di un popolo che ancorano la gente alla loro terra in un abbraccio unico di cose ed uomini. Cosi era sempre stato a Milazzo.

Ma come in una brutta favola, anche a Milazzo venne l'Orco cattivo, impersonificato da ruspe gigantesche per il movimento terra e da camions che distrussero in breve quanto l'uomo aveva costruito in una  sapiente opera di simbiosi con la natura. Furono così distrutte in qualche mese le campagne di Cacciola, di Bozzello ed Olivarella, e fu cementificato anche il Tono ( là dove il Dio Sole, Iperione, pascolava gli armenti ed il Ciclope Polifemo viveva nella sua grotta, sotto il Castello, dove custodiva le sue greggi. Anche  il Re Federico II andava a caccia in queste terre, e precisamente al parco, dove esisteva una Chiesa, la Madonna del Boschetto. Questa che segue appresso è la foto che ritrae la distruzione di alcune campagne,  quella di S.Paolino, con l'asse che ci ha penetrati  e le altre rappresentano l'Area Industriale di Milazzo, con le fabbriche. Qui puoi vedere la riserva del Capo e godere in HD dei tramonti del Capo, pur vivendo lontano da Milazzo... e,dulcis in fundo, nel video il brivido della visione del fantasma della sfortunata Elena Baeli, mentre cavalca il suo purosangue sanfratellano. Vi sconsiglio la visione se siete cardiopatici perchè si vede il fantasma col volto bianco che vi osserva...

Da allora, purtroppo, da quando cioè i milazzesi vengono strappati dalla terra nutrice e dalle loro usanze e costumi di rustiche e salse progenie, solo la pazzia diffonde ed impera tra i Milazzesi e lo stress si abbatte su di loro con tutte le maledizioni degli Dei. Per fortuna non tutto è perduto: restano le terre della Baronia e voi potete ancora vedere le foto di quella che spero diventi la "riserva del Capo".

Baia di S. Antonio in fiore (Chrisantemum Coronarium);
siamo ai primi di Maggio e le prime foschie sorgono dal mare..

Possono essere deturpati questi beni che la Natura Provvida ha elargito ai Milazzesi? Ci chiediamo è giusto tutto ciò?

Per info su ambiente ed escursioni alla Riserva del Capo: Pippo Ruggeri di Legambiente del Tirreno +393683412665;

oppure cfr  indice ambiente